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Sterilizzazione e castrazione, sì o no? Dubbi e risposte per i padroni dei mici

Tutti i proprietari di gatti si trovano davanti ad un dilemma: sterilizzare o castrare il proprio animale? Sicuramente la scelta migliore sarebbe procedere con l’operazione, per evitare al micio disturbi. Castrazione viene chiamata l’operazione che riguarda i mici maschi, che comprende l’asportazione dei testicoli in anestesia locale. Solitamente la castrazione si effettua dal momento in cui scendono i testicoli, attorno ai 6 mesi di vita.

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Questa operazione è importante perché evita che il gatto inizi a “spruzzare” ossia ad urinare sulle superfici verticali di casa con l’odore tipico di ammoniaca rilasciato dalle urine che rende praticamente impossibile abitare l’appartamento; odore nauseabondo che si perde a seguito dell’operazione. Non è vero poi che con la castrazione il gatto diventa più pigro e ingrassa, fattori che dipendono in larga parte da quanto li si fa giocare e dall’alimentazione.

Per le micie invece si parla di sterilizzazione, operazione effettuata in anestesia totale che comprende la rimozione dell’utero e delle ovaie da effettuare precedentemente al primo estro, solitamente verso i 4 mesi. Grazie a questa operazione la gatta non avrà più periodi di estro, cosa che invece accade per le femmine integre, che in appartamento hanno due/tre cicli di calore che possono durare dai 2 ai 10 giorni. Durante questo periodo di calore potrete tenere la gatta confinata in casa ma verrà cercata da tutti i mici maschi non sterilizzati del circondario. Durante l’estro la gatta sarà irrequieta, con miagolii incessanti e potrà anch’essa “spruzzare” urina per casa, come fanno i maschi. Le gatte vergini non sterilizzate vanno maggiormente incontro al pericolo di tumori e cisti ovariche. Tutti ottimi motivi per operare i gatti, non temendo le conseguenze di anestesia e dolore post-operatorio

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Redazione

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