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“L’esperto risponde”: la displasia dell’anca nel cane

Nella rubrica settimanale di VelvetPets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampe. Questa settimana avremo indicazioni su sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione della displasia dell’anca, una patologia che colpisce in particolare cani di grossa taglia, ma non solo.

I cani di grossa taglia, appartenenti a determinate razze, tra cui il pastore tedesco, ma non solo, sono purtroppo predisposti alla displasia dell’anca, per questo è molto importante sottoporli precocemente a visite ortopediche, al fine di poter effettuare una diagnosi precoce e poter prendere i provvedimenti adeguati, cercando di rallentare la progressione della patologia.

CAUSE E FATTORI PREDISPONENTI

Di base la displasia dell’anca è una malformazione dell’articolazione coxo-femorale dei cani (la testa del femore alloggia nella cavità acetabolare) che si sviluppa e si manifesta durante la fase di accrescimento del cane. Dalla mancata congruenza fra le testa del femore e la cavità acetabolare si origina un’instabilità che fa sì che, con i movimenti del cane, i margini articolari si deteriorino in maniera non corretta e la cartilagine articolare degeneri di conseguenza, portando ad un’artrosi cronica con dolore più o meno intenso. Nei casi gravi la patologia porta all’impossibilità per il cane d mantenere la stazione eretta.

Si tratta di una patologia multifattoriale, alle cui cause concorrono diversi fattori, genetici, ambientali e nutrizionali. Poiché la trasmissione genetica gioca un ruolo molto importante, si consiglia di non far accoppiare cani displasici, per evitare di mettere al mondo cuccioli affetti dalla patologia o predisposti a svilupparla. Cani che svolgono sin da piccolissimi un’eccessiva attività fisica, che subiscono traumi o sollecitazioni continue alle articolazioni possono essere più predisposti. Ciò non significa che non debbano saltare o muoversi, semplicemente non bisogna arrivare al sovraccarico fisico. Anche il fattore nutrizionale ha la sua importanza: su un cane con predisposizione genetica alla displasia dell’anca, un’alimentazione non corretta può aggravare la patologia. È importante dunque farsi seguire da un veterinario per stabilire la dieta più adatta al proprio cane, in base alle sue esigenze specifiche.

 SINTOMI

Per quanto riguarda i sintomi della displasia dell’anca variano molto a seconda della gravità della patologia. Anche l’intensità del dolore varia da caso a caso. Nei cani giovani in accrescimento i sintomi della displasia dell’anca, che rappresentano il campanello d’allarme per poter far sospettare lo sviluppo della patologia, sono:

Andatura a coniglio

Diminuita resistenza all’esercizio fisico.

Difficoltà nel salire le scale o a salire in auto

Difficoltà nel mettersi su due zampe 

Postura anomala

Tipo di movimento anomalo

Manifestazioni di dolore

Per quanto riguarda il cane adulto o anziano con displasia dell’anca, i sintomi sono prevalentemente di tipo artrosico. L’intensità del dolore varia a seconda della gravità della displasia, in alcuni casi si arriva ad avere dolore cronico e incapacità di stare in piedi.

DIAGNOSI

Parlando di diagnosi di displasia dell’anca, se è vero che per avere l’ufficialità sul pedigree bisogna effettuare le radiografie a un anno e un mese compiuto, adesso l’orientamento è quello di fare una diagnosi precoce, anche a 4-6 mesi di vita del cane. Questo perché alcuni interventi correttivi possono essere messi in atto solo ad accrescimento non compiuto.

La diagnosi deve essere viene fatta da un veterinario ortopedico dopo visita clinica, un’attenta osservazione dell’andatura e della postura e apposite manipolazioni atte a determinare lo stadio di avanzamento della patologia. Esistono cinque gradi di displasia dell’anca sono:

Grado A: nessuno segno di displasia, testa del femore e acetabolo congruenti

Grado B: articolazione dell’anca quasi normale, testa del femore e acetabolo leggermente incongruenti

Grado C: leggera displasia dell’anca, testa del femore e acetabolo incongruenti, presenza di segni artrosici leggeri

Grado D: media displasia dell’anca, testa del femore e acetabolo evidentemente incongruenti, presenza di artrosi

Grado E: grave displasia dell’anca, modificazioni marcate dell’anca con lussazioneo sub lussazione, deformazione della testa del femore a fungo o appiattita, forte presenza di artrosi

TERAPIA

La terapia della displasia dell’anca può essere conservativa o chirurgica. Se il grado di displasia è lieve e non manifesta alcun segno di dolore, si può optare per la terapia conservativa che si basa sulla correzione della dieta, sull’uso di integratori per proteggere le articolazioni, su antinfiammatori e sulla fisioterapia. Se il cane manifesta già segni dolori, questa terapia avrà efficacia nel breve termine, ma sul lungo periodo non riuscirà ad alleviare il dolore cronico.

In casi di displasia conclamata con sintomatologia evidente si opta per la chirurgia. I possibili interventi sono la Sinfisiodesi pubica (JPS), un intervento poco invasivo che si può fare solamente in età giovanile, in quanto è una tecnica chirurgica preventiva, applicabile a casi di displasia lieve, quando il cane non ha ancora manifestato i sintomi; la Triplice Osteotomia Pelvica (TPO )e la Duplice Osteotomia Pelvica (DPO), interventi possibili quando non sono ancora presenti segni di artrosi; l’Ostectomia della testa del femore, con asportazione della testa e il collo del femore per ridurre il dolore, anche se tale intervento incide poi sulla funzionalità articolare; la Dartroplastica, in cui viene allungato il tetto acetabolare affinché la testa del femore sia maggiormente accolta; la Protesi d’anca, in cui la testa del femore e la cavità acetabolare vengono sostituiti del tutto da protesi.

Photo Credits: Facebook/Twitter

 

 

Redazione

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