Uno studio condotto da alcuni ricercatori di Londra dimostra come, ad oggi, molte specie di insetti stiano scomparendo in ogni parte del mondo. Le cause sono diverse e fanno riferimento principalmente alla crisi climatica e all’agricoltura intensiva.
Molti insetti in diverse parti del mondo sembrano essere a rischio estinzione a causa di fattori determinati in buona parte dall’uomo. A dimostrarlo sarebbe un recente studio condotto dai ricercatori dell’University College di Londra.
Una minaccia incombente a cui troppo spesso non si presta attenzione ma potrebbe rischiare di far scomparire interi ecosistemi che devono la loro sopravvivenza solo all’esistenza di una variegata biodiversità. Piante e animali, infatti, sono fondamentali per la vita sulla Terra di ogni creature vivente, essere umano compreso.
La sopravvivenza degli ecosistemi sembra essere fortemente in crisi; a rivelarlo uno studio condotto dall’University College di Londra che ha dimostrato come molte specie di insetti stiano scomparendo in diverse parti del mondo. Le minacce principali arrivano su più fronti; emergenza climatica e agricoltura intensiva, tuttavia, ne rappresentano la causa principale. In questa ricerca, per la prima volta, sono messi in relazione il riscaldamento climatico e l’utilizzo del suolo con l’estinzione di molti animali e la perdita di porzioni consistenti di biodiversità.
Sono tante le specie rischio e secondo lo studio emerge che molti insetti sono vulnerabili alle pressioni umane; questo risulta ancora più problematico se si considera come la crisi climatica stia portando conseguenze sempre più importanti all’interno degli ecosistemi. Quello che tendono a sottolineare i ricercatori è, dunque, l’urgenza di agire in funzione del bene del Pianeta; riducendo l’agricoltura intensiva e le emissioni nell’atmosfera.
I ricercatori hanno esaminato oltre 750.000 campioni appartenenti a circa 18.000 specie distinte di insetti. Incrociando poi i dati con quelli relativi all’agricoltura intensiva e al riscaldamento globale i risultati emersi sono chiari e allarmanti. Ad esempio, nelle aree con agricoltura molto intensa e con un alto livello di riscaldamento climatico gli insetti sono inferiori del 49% rispetto alle aree meno colpite dalle elevate temperature. Sono le aree tropicali ad aver registrato il maggior numero di calo della biodiversità; qui il cambiamento climatico e lo sfruttamento del suolo sono risultati più elevati.
Dallo studio è emerso, inoltre, che nelle aree meno interessate da coltivazioni intensive, ma comunque colpite dalle alte temperature, il calo del numero di insetti è risultato inferiore. Nello specifico se nelle aree con tre quarti di terreno non coltivato la biodiversità persa è del 7%, nelle aree in cui solo un quarto di suolo è incolto la scomparsa degli insetti è pari al 63%. Si tratta di dati drammatici che rappresentano un danno enorme alla biodiversità, ma che sono destinati a procurare effetti sugli altri esseri viventi; la perdita degli insetti impollinatori, ad esempio, potrebbe essere causa della perdita di colture indispensabili alla nostra alimentazione. Di fronte a tutto questo, l’urgenza di mettere in atto provvedimenti efficaci non può più attendere.
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