In pochi sanno che anche i gatti hanno delle capacità matematiche innate e che riescono perfino a contare. Sapete come fanno?
Chi ha un gatto lo sa bene: è più intelligente di quanto molti possano pensare. Qui potrebbe aprirsi la diatriba tra amanti dei cani e amanti dei gatti, dato che i più pensano che i cani siano più intelligenti. In realtà anche il gatto ha un enorme intelligenza, dimostrata anche da diversi studi scientifici sull’argomento. Nel mondo animale, i felini sono tra i più intelligenti grazie alla loro grande intelligenza emotiva e alla capacità di adattamento. Ma sapevate che sono bravi anche in matematica?
Ebbene sì, sanno anche fare i calcoli. Non esistono al momento dei precisi studi per misurare l’intelligenza matematica dei nostri piccoli amici a quattro zampe, ma i ricercatori hanno già provato quanto il gatto abbia bisogno di un certo livello di stimolazione mentale. Ed esempio anche i gatti possono essere addestrati perché riconoscono quando parliamo con loro o quando chiamiamo il loro nome. A quanto sembrerebbe i felini hanno anche un determinato senso del numero, una capacità che possiedono la maggior parte degli animali.
Anche se non sanno esattamente contare, tutti gli animali riescono a distinguere tra una quantità maggiore e minore, una capacità sviluppata per sopravvivenza: questo cibo è troppo poco? Un gruppo di nemici è troppo vasto per essere affrontato? Questo istinto numerico innato è ciò che fa miagolare a squarciagola il vostro gatto quando la ciotola del cibo è quasi vuota, insomma. La capacità di distinguere tra quantità maggiori e minori è chiamata legge di Weber e funziona soltanto quando il rapporto tra due quantità è maggiore, ovvero quando la differenza è visibile a colpo d’occhio.
A tal proposito è stato condotto uno studio pubblicato su Animal Cognition, dove sono state esaminate le reazioni dei cuccioli di sette settimane posti di fronte a due vassoi con diverse quantità di cibo. Anche i gattini riescono a riconoscere la differenza di quantità e, nella maggior parte dei casi, hanno scelto quella minore. La scelta è dettata, anche in questo caso, dall’istinto: una preda più piccola è più facile da gestire ed impaurisce di meno. La capacità di discriminazione quantitativa è già presente in giovane età ma viene affinata con il tempo. Più il gatto sarà grande maggiore sarà la sua capacità di ‘contare’.
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