Negli ultimi mesi, l’Italia ha assistito a un significativo ritorno dei trattori in piazza, un chiaro segnale di protesta che richiama alla memoria i cortei che hanno caratterizzato l’Europa un anno fa. Tuttavia, le manifestazioni degli agricoltori, principalmente legate alla crisi del settore agricolo, nascondono un’emergenza ben più grave: la crescente diffusione di virus zoonotici negli allevamenti intensivi. Questa situazione allarmante non può essere trascurata, soprattutto in un momento in cui la salute pubblica è a rischio.
Recenti segnalazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) evidenziano che l’influenza aviaria è emersa come una “minaccia crescente” per la salute pubblica. Il rischio di un adattamento del virus all’uomo potrebbe dare origine a nuove pandemie, un pericolo che diventa sempre più concreto alla luce della storia recente di malattie trasmissibili.
In questo contesto, diverse associazioni, tra cui Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia, hanno rilanciato l’importanza di una transizione ecologica nel sistema zootecnico. Queste organizzazioni hanno proposto il superamento del modello degli allevamenti intensivi attraverso la presentazione della proposta di legge 1760 “Oltre gli allevamenti intensivi”, depositata alla Camera nel marzo 2024. Il testo mira a trasformare il settore verso un approccio agro-ecologico, più sostenibile e in grado di preservare la biodiversità.
L’attuale modello di allevamento intensivo è stato descritto come insostenibile. Non solo mette in crisi le piccole e medie aziende agricole, ma crea anche un terreno fertile per la diffusione di malattie come l’aviaria e la peste suina africana. Le conseguenze di queste epidemie sono drammatiche:
Questi eventi non rappresentano solo un problema per gli allevatori, ma costituiscono anche un grave rischio per la salute pubblica e la sicurezza alimentare. La gestione delle malattie negli allevamenti intensivi è complessa e costosa, portando spesso a abbattimenti massicci di animali sani, aggravando ulteriormente la situazione economica del settore.
Vittorio Guberti, veterinario dell’ISPRA ed esperto europeo di peste suina, ha sottolineato che l’attuale epidemia potrebbe rappresentare un’opportunità per ripensare il sistema zootecnico. Una riduzione della densità di animali negli allevamenti e un miglioramento del loro benessere potrebbero portare a una diminuzione delle malattie e dei rischi per la salute pubblica. Questo approccio evidenzia l’importanza di un allevamento più etico, che favorisca non solo la salute degli animali, ma anche quella di chi consuma i prodotti derivati.
In risposta a questa situazione allarmante, le associazioni hanno deciso di inviare mozioni ai Comuni italiani per sostenere la legge 1760, invitandoli a prendere posizione su una questione che ha dirette implicazioni sulla salute dei cittadini e sulla qualità dell’ambiente. La proposta di legge, sostenuta da 23 parlamentari di diverse forze politiche, prevede un piano di riconversione del settore, finanziato da un fondo dedicato, con l’obiettivo di sostenere le piccole aziende agricole e promuovere pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente.
La legge mira a garantire un uso efficiente delle risorse e a creare filiere più eque, in grado di assicurare qualità del cibo e un giusto compenso ai produttori. L’adozione di tecniche agro-ecologiche potrebbe non solo migliorare la salute degli animali, ma anche contribuire a un sistema alimentare più resiliente, in grado di resistere a future crisi sanitarie ed economiche.
Mentre gli agricoltori scendono in piazza per difendere i loro diritti e il loro lavoro, è fondamentale che la società civile e le istituzioni prendano atto della gravità della situazione negli allevamenti intensivi. La salute degli animali, la sicurezza alimentare e il benessere pubblico sono dimensioni interconnesse che richiedono un’attenzione urgente e un’azione concreta. La transizione verso un modello agro-ecologico non è solo auspicabile, ma necessaria per affrontare le sfide del presente e del futuro.
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