A lezione da Adriano Capocasale: quando e come il nostro cane deve andare a scuola?

Addestratori cinofili, comportamentalisti, esperti di zooantropologia. Ammettiamolo: nel mondo canino e, soprattutto, in quello dei proprietari di cani, c’è ancora molta diffidenza verso la figura dell’educatore che, a volte, rischia di essere visto solo come una moda del momento. Ma è davvero necessario, quando si prende un cane, fargli frequentare delle “lezioni”? E quali sono i vantaggi che si possono trarre? Bene, per capirlo fino in fondo noi di Velvet Pets siamo andati a scuola da Adriano Capocasale (addestratore cinofilo dell’Associazione Lago Incantato di Roma) e abbiamo sperimentato in prima persona (grazie anche ad Alessandra e al suo amico a quattro zampe Pippo che ci hanno fatto da “cavie”, come vedrete nella gallery) a cosa serve un educatore.

Tutti i cani hanno bisogno di fare un percorso educativo?
Ovviamente sì. Ma non lo dico perché è il mio mestiere. Lo dico perché amo molto questi animali e mi trovo sempre più spesso a dover combattere con proprietari che credono di fare il bene del loro animale, mentre invece stanno facendo dei danni grandissimi.

In che modo?
Vede, ormai da diversi anni, le persone hanno scelto di vivere in città e si sono portate dietro i cani. Portandoli negli appartamenti e tra i palazzi, però, li hanno in un certo senso snaturati dalla loro funzione. Hanno creato razze sempre nuove e modificato i criteri naturali di selezione in base a quelle che erano le necessità umane. Ma i cani hanno specificità proprie che nessuno di noi è in grado di modificare. Per relazionarsi in modo soddisfacente con loro bisogna conoscerli, capire cosa amano e cosa no. Bisogna osservarli, non semplicemente guardarli come si fa con una bella automobile.

Quante volte un cane viene scelto per la sua estetica piuttosto che per le sue caratteristiche?
Ancora troppe. E poi, magari mi trovo a lezione persone che hanno preso un Dalmata perché il figlio si era invaghito del film Disney La carica dei 101 senza sapere che quei cani, in realtà, poco sopportano i “cuccioli d’uomo”. Le mode purtroppo fanno dei guai enormi: ad esempio, quando Maria De Filippi ha mostrato in tv il suo Weimaraner, in tanti hanno aquistato questi cani. Ma un Weimaraner non è un cane qualsiasi, deve essere gestito con polso e avere tempo e spazio per correre e se magari vivi sulla Tuscolana come fai? Fatto sta che ora i canili sono pieni di esemplari anche di razze pregiate.

Quando si dovrebbe iniziare il percorso di educazione?
Verso i 6 mesi d’età. Prima, il cane dovrebbe solo socializzare il più possibile con i suoi simili e fare esperienze. Per questo non bisogna portarli sempre e solo nella stessa area cani o nel solito giardino. Devono esplorare, conoscere, odorare, apprendere. Insomma devono poter fare i cani. Questo è quello che insegno ai proprietari, perché non sono solo i loro pelosi che vengono a lezione. Anzi, spesso il cane di per sé sarebbe una Ferrari, ma viene “usato” (qui passatemi il termine) come una Cinquecento.

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C’è un numero di lezioni che vanno frequentate?
Non esiste un numero standard, bisogna valutare caso per caso. Possono essere 10 come molte di più. Una volta ho seguito un cane per quasi due anni. Ma, ovviamente, non era per “colpa” sua. La responsabilità è sempre di chi gestisce l’animale che magari lo porta anche a lezione, ma poi quando è a casa non segue i consigli.

Ma quindi l’educazione serve ai proprietari o ai cani?
Serve a entrambi. Quello che faccio io è rendere cane e uomo in grado di comunicare tra loro e di capirsi. Insomma, cerco di trasformare un animale da compagnia in un compagno per la vita.

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