La chiamavano la “gatta capostazione”, perché era stata lei a salvare dalla chiusura certa una piccola stazione ferroviaria rurale, diventando una vera e propria attrazione turistica per tutto il mondo. Ma Tama, purtroppo, ora non c’è più, morta a 16 anni a causa di un improvviso attacco di cuore. La sua storia era balzata agli onori della cronaca nel 2007 quando a Wakayama, in Giappone, la società proprietaria delle ferrovie per ridurre i costi decise di licenziare anche l’unico dipendente che lavorava a Kishi ed ebbe la brillante idea di affidare il ruolo di “custode” dello scalo al felino.
Fu subito un successo. Nel suo primo anno di attività da capostazione Tama riuscì a incrementare del 10 per cento i passeggeri fino ad arrivare al record di 2,1 milioni di turisti negli ultimi anni. Armata di cappellino d’ordinanza e tenuta da vero capostazione, per Tama era stato costruito un ufficio personale ricavato da un vecchio sportello per la vendita di biglietti. Il fenomeno era diventato talmente virale, grazie anche ai social network, che, in poco tempo, nella zona era sorto anche un piccolo café a tema nonché un negozio di souvenir. Tutti amavano Tara. Oggi, nonostante la scomparsa, il suo valore non è passato inosservato. Anzi. A lei sono stati attribuiti onori funebri e una degna sepoltura alla presenza di circa 3mila persone commosse.
La sua dedizione, inoltre, le ha fatto guadagnare lo stato postumo di Shinto (ovvero dea) in linea con la prassi della religione shintoista giapponese che onora le divinità animali. Mitsunobu Kojima, presidente della Electric Railway Wakayama, ha confermato che entro agosto un tempio dedicato alla nuova dea sarà inaugurato vicino alla stazione di Kishi. Detto ciò, il suo posto non è rimasto vacante a lungo. A sostituirla è già arrivato Nitama, un altro micio tartarugato. Perché la vita continua.
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