Ultimo addio a Uggie, il cane premio Oscar di “The Artist”

Aveva solo 13 anni Uggie, il cane “premio Oscar” di The Artist, scomparso a causa di un terribile male: un tumore alla prostata che lo ha portato via troppo presto. Divenuto famoso proprio grazie al film di Michel Hazanavicius (che nel 2012 aveva commosso il mondo intero grazie anche all’interpretazione magistrale di questo cagnolino e si era guadagnato ben 5 statuette), il Jack Russell Terrier ha trascorso una vita piena seppur breve, ricca di amore, successi e sicuramente diversa da quella dei suoi simili.

Nato nel 2002, Uggie è stato addestrato inizialmente da Omar von Muller, che lo ha allevato con l’obiettivo specifico di trasformarlo in una stella del grande schermo. Poi, il cagnolino è passato in consegna a Sarah Clifford, che ha continuato con il training e gli insegnamenti dedicati alla recitazione. “Lo porterò sempre nel mio cuore e non dimenticherò mai il suo infinito amore per il pollo e gli hot dog” ha detto proprio la Clifford quando ha saputo della sua morte. Uggie, a cui è stata dedicata una stella (naturalmente con impronta) sul celebre Hollywood Boulevard, ha iniziato fin da cucciolo a recitare: prima in tv, negli spot televisivi, poi al cinema. La fama mondiale è arrivata con The Artist, per cui il pelosetto è stato incoronato anche come cane più bravo a Cannes con il Palm Dog, il premio cinofilo istituito sulla Croisette nel 2001 dal giornalista inglese Toby Rose.

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E nella sua carriera, Uggie ha battuto anche un altro record: è stato il primo cane portavoce della Nintendo durante la promozione del videogioco in 3D Nintendogs + Cats e mettendo anche la faccia, anzi il musetto, sulla campagna della Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) per incoraggiare l’adozione di un cane invece che l’acquisto. Anche perché, prima di essere “salvato” dal primo addestratore, anche lui aveva subito l’abbandono da parte della sua famiglia originaria: era troppo vivace e impulsivo e non riuscivano a gestirlo, tanto che decisero di metterlo in un canile. Ma quel suo carattere così esuberante era stata poi la sua fortuna: “Era un pazzo, energetico cucciolo e chi lo sa che cosa ne sarebbe stato di lui se fosse finito in canile – ha concluso la Clifford – Il suo stile, il suo carattere brillante e la sua grande voglia di lavorare erano enormi“. Ma ora riposa in pace Uggie, te lo meriti.

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