La vera storia di Kenny, la tigre bianca che non aveva la sindrome di Down

Quando qualche hanno fa le foto di Kenny, la tigre bianca con il muso un po’ deforme, hanno iniziato a invadere la Rete, si è subito detto che questo grande felino aveva la sindrome di Down. Ma, secondo chi si è occupato di lui negli ultimi anni della sua vita, Kenny era una tigre come tutte le altre, se non fosse per quel muso così particolare. Insomma, non aveva ritardi di tipo mentale era solo “meno attraente” di quanto avrebbe dovuto essere nell’immaginario collettivo.

A parlare di Kenny al sito The Dodo è stata Emily McCormack del Turpentine Creek, il centro che ha ospitato l’animale dal 2000 fino alla sua morte. Sono stati loro a salvarlo da un allevatore dell’Arkansas senza scrupoli insieme a uno dei suoi fratelli, Willie, un esemplare arancione strabico (e per questo non vendibile a nessuno zoo). Quando le due tigri sono state trovate, vivevano nella sporcizia più completa e in un piccolo spazio. Erano il frutto di accoppiamenti tra consanguinei e, per questo, non erano “perfetti” a livello estetico. “Ma Kenny durante la sua breve vita si è comportato come tutti quelli della sua specie – ha detto – Qui aveva il suo giocattolo preferito, correva in giro nel suo habitat, aveva solo uno sguardo diverso, ma era dotato di una grande personalità e sapeva farsi amare“.

Purtroppo, però, la sua esistenza è stata piena di patologie, e a soli 10 anni (le tigri vivono molto di più) è morto a causa di un tumore. Ma, come dicevamo, la responsabilità di queste sue problematiche non deriva da una sindrome di Down (come invece può essere definita l’anomalia cromosomica del gatto Monty, per intenderci), ma proprio dal fatto che ancora oggi, con la scusa di preservare la razza delle tigri bianche, vengono condotti “esperimenti” e incroci casalinghi e incontrollati tra animali della stessa famiglia.

kenny

Ma questa è una contraddizione in termini, perché le tigri bianche, in natura, non esistono proprio. “Le tigri bianche non sono una specie in pericolo – ha affermato l’esperta – semplicemente perché non ci sono. La prima tigre bianca vista in natura risale al 1950, quando un cucciolo fu trovato con una famiglia di normali tigri arancioni. La persona che lo trovò fu colpito dalla variazione del colore naturale e così prese il cucciolo con sé. Le tigri bianche che vediamo oggi sono tutti discendenti di quell’esemplare“. Ma questi discendenti hanno moltissimi problemi medici: patologie ai reni, problemi della colonna vertebrale, palatoschisi (come Zabu, tigre bianca che oggi vive al Turpentine Creek che ha un labbro superiore mancante che però le conferisce un aspetto sorridente). “Di cucciolo perfetto – ha concluso – ne nasce uno su 30. Che cosa succede agli altri 29 è un mistero“. Insomma, la natura è perfetta di suo, forzarle la mano è sempre sbagliato. Quando gli esseri umani lo capiranno?

Foto by Facebook del Turpentine Creek