Come soccorrere un gatto avvelenato e salvargli la vita

Se il vostro gatto è stato avvelenato potete aiutarlo a superare la crisi con qualche consiglio di primo soccorso e i nervi saldi

Sempre più di frequente si leggono sui giornali casi di gatti avvelenati. A volte, questo capita perché vengono a contatto con materiale tossico casualmente, magari durante una delle loro scorribande, altre invece, sono bocconi appositamente preparati da qualcuno senza scrupoli che si diverte a ucciderli. Fatto sta che, in questi casi, un primo soccorso può fare la differenza e salvare la vita del peloso.

La prima cosa da fare è, quindi, saper riconoscere i sintomi. Se il micio ha difficoltà a respirare, mostra vomito e/o diarrea, tosse e starnuti, depressione, salivazione abbondante, convulsioni, tremori o contrazioni muscolari involontarie, urinazioni frequenti o brividi, potrebbe essere stato avvelenato. Il secondo passo (subito dopo aver chiamato il vostro veterinario di fiducia, ovviamente) è quello di portare il gatto in una zona ben ventilata.

Il felino che non sta bene probabilmente cercherà di nascondersi, ma voi non dovete mai perderlo di vista. Portatelo in cucina o in bagno, poiché avrete bisogno di acqua. Sarà il medico a indicarvi se dovete cercare di farlo vomitare, ma in caso contrario non dategli cibo, acqua, latte, sale, olio o altri rimedi casalinghi, a meno che non sappiate esattamente quale veleno abbia ingerito e che medicine servono per contrastarlo.

Se però il veleno è stato ingerito nelle 2 ore precedenti e siete sicuri al 100 per cento di quale sia la sostanza tossica potete provare a fargliela espellere provocandogli il vomito. Avrete bisogno di una soluzione al 3 per cento di perossido di idrogeno, di un cucchiaino e di una siringa senza ago. Sarà più semplice usare la siringa per iniettare il perossido nella bocca del gatto.

La dose di perossido di idrogeno al 3 per cento è di 5 ml (un cucchiaino) ogni 2 chili, per via orale. In media un gatto pesa circa 4 chili, quindi avrete bisogno di 10 ml (2 cucchiaini). Ripetete l’operazione ogni 10 minuti, al massimo per 3 volte. Per somministrare la soluzione al gatto, tenetelo fermo e inserite con delicatezza la siringa nella bocca, dietro i denti dell’arcata superiore. Dategli tempo di ingoiare e non iniettate mai la dose in una volta sola, perché potreste riempirgli la bocca e far finire il perossido nei polmoni.

Dopo averlo fatto vomitare, lo scopo è di ridurre l’assorbimento del veleno che è passato già nell’intestino. Per questo avrete bisogno del carbone attivo. La dose è di un grammo di polvere ogni 450 grammi di peso. Un gatto di media grandezza avrà quindi bisogno di circa 10 grammi. Fate sciogliere la polvere in meno acqua possibile, per formare crema fluida, e anche in questo caso iniettala con una siringa nella bocca del micio. Ripetete l’operazione con la stessa dose ogni 2-3 ore, per 4 volte.

Una volta superata la crisi, controllate con cura il pelo: se c’è del veleno sul manto, dove arriva a pulirsi, potrebbe ingoiarlo e intossicarsi di nuovo. Se l’agente contaminante è una polvere, spazzolalo via. Se è appiccicoso, come catrame oppure olio, potresti aver bisogno di un detergente specifico. A questo punto fatelo bere: molti veleni sono pericolosi per fegato e reni. Per ridurre il rischio di danni agli organi a causa del veleno assorbito, quindi, il gatto deve bere molto.

Ricordiamo, questi passaggi di primo soccorso possono essere importantissimi per la vita di un gatto avvelenato, ma vanno sempre concordati con il vostro veterinario di fiducia, a cui vanno descritti i sintomi con dovizia di particolari. L’importante, infine, è mantenere la calma e avere i nervi saldi: una crisi di panico non aiuterà il vostro cucciolone.

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