La tartaruga Liuto gigante trovata da un peschereccio a largo di Lampedusa non ce l’ha fatta ed è morta dopo circa 5 giorni di agonia. Se fosse sopravvissuta era già pronta a deporre uova
L’avevano chiamata Carlotta, aveva circa 20 anni, pesava oltre 250 chili e misurava un metro e mezzo. Purtroppo, però, la tartaruga Liuto, la più grande tra quelle marine, arrivata in fin di vita a Lampedusa qualche giorno fa, non ce l’ha fatta. Recuperata da un peschereccio di Porto Empedocle (era rimasta impigliata in una rete a strascico), a quanto dicono i medici era già pronta a deporre le sue uova e far nascere altri “giganti” del mare.
“È un ritrovamento eccezionale, molto verosimilmente dovuto alle mutate condizioni climatico-ambientali – hanno spiegato Salvatore Seminara e Santo Caracappa, rispettivamente commissario e direttore sanitario dello Zooprofilattico al sito www.lasicilia.it – Carlotta era una tartarugona bellissima, peccato sia morta. Dall’esame anatomo patologico, è stato riscontrato che Carlotta nell’ovaio aveva piccole uova e che aveva ingerito molta plastica e pezzi di rete. Circostanza che conferma come tutti i rifiuti che finiscono in mare per le tartarughe sono pericolosissimi”.
Parente stretta dei dinosauri, è davvero raro vedere una tartaruga della sua specie nel mar Mediterraneo. Vive normalmente nelle acque oceaniche, arriva dallo stretto di Gibilterra e, dopo aver raggiunto la maturità, torna nell’Atlantico. Dall’autopsia, gli esperti cercheranno di raccogliere tutti i dati necessari per conoscere quanto più possibile su quest’esemplare, che può arrivare a pesare da adulto anche 600 chili e vivere fino a 250 anni. “Le tartarughe sono ambasciatrici delle acque – ha proseguito Daniela Freggi, direttore del Centro recupero tartarughe marine di Lampedusa del Wwf – e ci raccontano il loro stato di salute”. E quello che ha raccontato la povera Carlotta non è niente di buono.
Photo Credits Facebook