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Corrida: Madrid scende in piazza per protestare

Continuano le manifestazioni di protesta contro la Corrida, l’ultima si è svolta a Madrid dove migliaia di spagnoli sono scesi nelle piazze per chiedere a viva voce di abolire la tauromachia.

“Corrida vergogna nazionale”, “Corrida, toreri, scuola di crudeltà”. Sono queste le frasi sugli striscioni apparsi durante l’ultima manifestazione contro la corrida svoltasi a Madrid. Migliaia di spagnoli hanno aderito alla protesta nelle piazze della città, al fianco della portavoce del PACMA, (Partito contro i maltrattamenti animali) che invitava “all’abolizione di tutti gli spettacoli con i tori e delle feste sanguinarie“.  Lo scorso giugno il partito era riuscito a raccogliere circa 284.000 voti contro la storica corrida, ma ancora oggi molti cittadini si oppongono all’abolizione di quella che viene considerata una tradizione; infatti, al passaggio del corteo, alcuni passanti hanno espresso il loro disappunto urlando: Non è vero, sono menzogne.

Corrida: Madrid scende in piazza per protestareCorrida: Madrid scende in piazza per protestare

Le voci contro la corrida si levano non solo nelle piazze, ma anche via web, sono infatti molte le petizioni mirate ad abolire le torture a cui sono sottoposti i tori da secoli in nome della corrida. L’hashtag dell’ultima petizione online, lanciata in rete da Claudio Lauretti, è  #FermiamoLaCorrida e al momento conta circa 40.000 i firmatari che hanno detto no alle storiche barbarie risalenti all’800 dopo Cristo. Si stima che siano circa 35.000 mila i tori uccisi ogni anno e, secondo alcuni sondaggi, il 72% degli spagnoli è contrario alla corrida ma molte proteste sinora sono cadute nel nulla, poiché il Governo continua ad appoggiare la manifestazione e in soli cinque anni sono stati spesi circa 3 miliardi di euro per questo genere di manifestazioni.

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Tantissimi gli animali costretti ogni anno a morire senza alcuna dignità, che raggiungono l’arena già feriti e maltrattati. La vista dell’animale viene annebbiata con l’uso della vasellina, spesso il toro viene drogato e lasciato al buio per ore, prima di essere ferito profondamente con le banderillas, degli arpioni lunghi circa 60cm che trafiggono i muscoli provocando copiose emorragie. Il toro entra nell’arena già sfinito e dunque la tenzone col torero è impari, il toro è quasi sempre perdente, sebbene anche molti toreri siano morti nell’arena. Basti citare nomi acclamati dal pubblico spagnolo quali Manolo Montoliu, Ramon Soto Vargas o José ‘El Yiyo’ Cubero morto all’età di soli 21 anni nel 1985.

Una delle vittime di quest’anno è stato Victor Marrio, un giovane torero ventinovenne, morto lo scorso luglio nell’arena di Teruel in Aragona, incornato 4 volte da un toro di 530 chili, che lo ha colpito ai polmoni. Nonostante la maggior parte degli spagnoli non approvi più questo genere di spettacoli e le proteste siano sempre più frequenti e veementi, la corrida purtroppo è ancora oggi una delle forti attrazioni turistiche a cui il governo sembra non voler rinunciare, forse, più che per tradizione, proprio per questioni di business.

Photo Credits: Twitter/Facebook

Redazione

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