Uccide il suo cane a martellate per “sfogare lo stress”: condannato a 4 mesi

Tre anni fa uccise il suo cane a martellate per “sfogare lo stress”. Ora è stato condannato a 4 mesi

Aveva perso il lavoro, era arrabbiato col mondo, e così non ha trovato niente di meglio che prendere a martellate il suo cane fino a ucciderlo. Prima, però, gli ha anche tagliato la gola. “Dovevo sfogare lo stress” si è poi giustificato. Ora, però, dopo poco più di 3 anni, l’uomo è stato finalmente condannato. Si tratta di un operaio di Mazzè, in provincia di Torino, che secondo il tribunale di Ivrea dovrà scontare 4 mesi di reclusione per aver assassinato il cane in maniera così brutale.

Uccide il suo cane per scaricare la rabbia

I fatti risalgono al maggio del 2014. A quanto pare l’uomo da poco aveva perso il suo posto di lavoro e ha pensato di dover trovare un modo per scaricare la rabbia. “Mi sono accanito sul cane perché avevo bisogno di sfogare lo stress” ha poi raccontato alle autorità allertate da un vicino di casa che aveva sentito i lamenti dell’animale, un povero meticcio di taglia grande. Il caso, ovviamente, ebbe subito grande risonanza a Mazzè, dove diverse associazioni animaliste avevano organizzato manifestazioni di protesta nei confronti del proprietario dell’animale.

Non un caso isolato

Come ricorda anche il sito del Tgcom24, non si tratta del primo caso di questo genere in Italia. Nel 2015, due uomini e una donna avevano ucciso a martellate un vecchio cane malato di scabbia a Gallicano, in provincia di Lucca. I tre volevano vendere il terreno dove viveva l’animale. Poco abituato ai visitatori e segnato nell’aspetto dalla malattia, il cane teneva lontano, secondo loro, ogni possibile compratore. Così lo avevano preso a martellate. Nel 2012, invece, a Parre, nel Bergamasco, sotto accusa era finito il vicino di casa del proprietario del cane ucciso, assolto però con formula piena tre anni più tardi. Oggi le cose sono andate in modo diverso e l’operaio è stato condannato. Anche se forse 4 mesi non sono tanti è un primo passo. Speriamo il primo di una lunga serie.

Photo Credits Facebook

Valeria Marucci

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