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“L’esperto risponde”: l’acariasi del gatto

Nella rubrica settimanale di Velvet Pets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampeQuesta settimana parleremo dell’acariasi del gatto.

Tra le patologie più diffuse tra i gatti domestici troviamo l’acariasi, un’infezione molto fastidiosa che colpisce le orecchie. La trasmissione avviene per contatto diretto con animali infestati o attraverso l’ambiente, dove milioni di acari possono facilmente attaccare le orecchie del gatto. L’acariasi non è difficile da debellare, ma, se trascurata, può provocare danni irreversibili al timpano o al condotto uditivo, causando infine la perdita dell’udito.

SINTOMI

I sintomi dell’acariasi sono facilmente riconoscibili, perché il gatto tende a scuotere la testa compulsivamente, come nel tentativo di liberarsi di qualcosa che lo infastidisce. I gatti affetti da quest’infezione potrebbero grattarsi spesso a causa del forte prurito e in tal modo potrebbero ferirsi e rompere i capillari dell’orecchio provocando un grave otoematoma, ossia una lesione causata da auto-traumi. L’acariasi si manifesta anche con la formazione di croste nere o marroni nell’orecchio o gonfiori e arrossamenti. È possibile individuare anche dei piccoli puntini bianchi, ovvero gli acari responsabili dell’infezione. Nel caso il gatto sia stato colpito dall’acaro Otodectes Cynotis potrebbe presentare un’eccessiva formazione di cerume.

TRATTAMENTO

Dopo aver diagnosticato l’infezione, il veterinario di fiducia prescriverà una cura specifica a base di gocce da somministrare direttamente nell’orecchio, in modo da eliminare completamente gli acari. In caso di infezione grave, è possibile che vi siano abbinati anche degli antibiotici, sia per uso locale che per via orale. È buona norma controllare il pelo del gatto poiché gli acari possono annidarsi anche lontano dalle orecchie. Nel caso il micio infetto viva in compagnia di altri suoi simili è fondamentale isolarlo sino a completa guarigione e magari verificare che gli altri animali non siano stati contagiati. La terapia può durare anche un mese, ma già dopo le prime applicazioni delle gocce sarà possibile notare dei primi miglioramenti.

Photo Credits: Twitter

 

Redazione

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