Paris, il cane di Sergio Bramini, è morto: non ha retto alla tristezza del canile

Il cane di Sergio Bramini, l’imprenditore fallito per colpa dello Stato di cui si sono occupate anche “Le Iene”, è morto poche ore fa nel canile dove era stato portato dopo lo sfratto della sua famiglia

Paris, il cane di Sergio Bramini, non ce l’ha fatta. Era già stata abbandonata in canile due volte e non ha retto alla terza. D’altronde, un Pastore Tedesco di 14 anni, non poteva capire che quello che stava accadendo alla sua famiglia. Lei vedeva solo quelle sbarre e sentiva quella solitudine. L’animale è sopravvissuto poco più di una decina di giorni dopo lo sgombero dalla villa di Monza, avvenuto lo scorso 18 maggio, nonostante vantasse un credito di 4 milioni di euro con lo Stato.

In molti si erano mobilitati per Sergio Bramini e la sua famiglia

Della sua vicenda si era occupato anche il programma di Italia 1 “Le Iene”, e in migliaia si erano mobilitati attorno alla famiglia Bramini, anche per trovare una sistemazione ai cani che vivevano con loro in via Sant’Albino. Ma mentre il Rottweiler ha trovato una nuova casa, Paris è finita in canile, nel rifugio Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza gestito da Giorgio Riva. Ed è qui che il cane ha passato gli ultimi giorni della sua vita.

Un grande dolore

Ad annunciare il triste evento la figlia di Bramini, Lisa, attraverso un post sulla sua pagina Facebook. “Mi ricordo quando 12 anni fa tutta la famiglia decise di andare al canile. Avevi solo due anni e ti avevano già abbandonato due volte. La prima volta che ti abbiamo visto tenevi le orecchie basse ed eri molto diffidente. Quando mi sono avvicinata alla gabbia, mi hai odorato la mano e poi mi hai dato un bacio con la tua lunga lingua. È stato così semplice sceglierti, ci siamo affezionati subito a te. Finalmente con noi avevi trovato casa. Vogliamo ricordati bella, felice e amata fino all’ultimo. Ci mancherai tantissimo”. La vicenda dei Bramini, però, prosegue e online e per aiutarli è stata lanciata anche una petizione su change.org.

Photo Credits Facebook

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