Ghepardo: i segreti che lo rendono l’animale più veloce del mondo

Neanche il “figlio del vento” Carl Lewis, considerato uno dei più grandi e veloci atleti di tutti i tempi, potrebbe raggiungere la velocità di un ghepardo. Questo felino dalle zampe più leste (almeno sulla Terra) è in grado di eseguire prestazioni, in termini di corsa, che sono impossibili da raggiungere per un essere umano; tutto nasce da differenze sostanziali a livello fisiologico.

In grado di raggiungere i 112 chilometri orari in pochi secondi, il ghepardo è in capace di ‘sfrecciare’ a velocità impensabili anche per l’atleta più allenato. Adrienne Croiser, biologa dello Smithsonian Conservation Biology Institute, e Chris Raynor, chirurgo ortopedico, hanno spiegato a Wired Usa i segreti di questo affascinante felino e della sua velocissima corsa.

Le differenze fisiologiche tra uomo e ghepardo

L’esperta ha spiegato che le fibre muscolari di un ghepardo (che occupano l’80% dei muscoli della coscia) sono a contrazione rapida. Oltre alla percentuale elevata delle fibre, anche il muscolo psoas contribuisce all’incredibile velocità; quest’ultimo è, infatti, molto grande e permette all’anca di estendersi e tirarsi indietro con forza e rapidità. A differenza dell’uomo che corre in linea retta, il ghepardo si muove a zig zag sfiorando il suolo con un fianco; anche la coda, estremamente muscolosa, funge da ‘sterzo’ e genera il contrappeso soprattutto ad alta velocità.

Un’ulteriore differenza sostanziale tra il felino e l’essere umano e la camminata; mentre l’animale si muove in punta di piedi ed è, dunque, sempre pronto alla partenza, lo stesso non avviene nelle persone. Come spiega il dottor Raynor a Wired: “Per ambire a somigliare a questo felino, un essere umano dovrebbe cambiare a un livello molto profondo. I muscoli frontali e posteriori della coscia dovrebbero essere il più ampi possibili; meno spazio dovrebbe intercorrere tra anca e ginocchio ma in compenso servirebbero più centimetri dal ginocchio in giù“. Insomma, solo con altro aspetto fisiologico si potrebbe competere con i livelli di un ghepardo.

LEGGI ANCHE: ‘Gli angeli degli squali’: pescatori e WWF proteggono le specie minacciate

Impostazioni privacy