Il MiTe sul Piano Lupi: proteggere la specie, ma non si escludono gli abbattimenti

Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è intervenuto in merito alla questione ‘emergenza lupi‘; oltre alle Regioni che ricordano la tutela verso una specie protetta, c’è anche chi teme i rischi per la propria incolumità e quella degli allevamenti. Una situazione controversa sulla quale non si è trovato un accordo preciso. Secondo quanto si apprende dall’Ansa, il Ministro avrebbe parlato durante il question time della Camera, rispondendo ad una domanda sui danni agli allevamenti causati dai lupi.

Le affermazioni del Ministro Cingolani sul Piano Lupi

Roberto Cingolani, che auspica possa essere raggiungo un accordo tra Regioni, si augura che questo compromesso possa: “contemperare sia la necessità di conservare la specie, sia la possibilità di prevedere deroghe al divieto di rimozione nei limiti consentiti dalla normativa vigente“. Come ha sottolineato ancora il Ministro, il Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo in Italia, si basa sulle migliori conoscenze scientifiche; esso infatti è “redatto da oltre settanta esperti e condiviso con Ispra“; tuttavia nel 2019 la Conferenza Stato-Regioni non era riuscita ad approvare il testo.

Il Paese infatti è diviso fra le Regioni che considerano i lupi pericolosi e da abbattere e le Regioni contrarie ad ogni forma di abbattimento. A tal proposito Roberto Cingolani ha spiegato che un’indagine dell’Ispra: “permetterà di analizzare il fenomeno su scala nazionale; sarà, dunque, di supporto nell’individuare le aree più critiche in termini di problematiche sollevate dal lupo. Nonché la disponibilità a valutare con le Regioni il sostegno a specifiche iniziative di conservazione e gestione della specie“. Come rivela ancora Ansa, dunque, sembra che allo stato attuale il MiTe abbia ammesso di valutare anche eventuali interventi differenziati, a secondo dei territori, relativi a cattura ed abbattimento della specie protetta. Ma tutto resta ancora da stabilire.

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