Pesce drago detenuto illegalmente: specie rara dal valore di 300mila euro

Gli uomini del Nucleo CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione) hanno sequestrato un pesce drago; ad effettuare l’operazione i militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara. Le forze dell’ordine, incaricate soprattutto della salvaguardia delle specie animali a rischio estinzione, sono intervenute a seguito di una segnalazione di un cittadino del posto. L’uomo avrebbe, difatti, riferito la presenza del pesce presso un esercizio commerciale.

Dopo gli accertamenti, il Nucleo CITES di Pescara ha effettivamente trovato un esemplare vivo di pesce drago (il cui nome scientifico è scleropages formosus); l’animale si trovava presso una ditta commerciale di Scurcola Marsicana in provincia de L’Aquila. A seguito del ritrovamento, denunciato l’uomo di 50 anni di Avezzano che deteneva l’animale illegalmente.

Pesce drago a rischio estinzione

A generare scalpore il fatto che il pesce drago appartenga alle specie incluse nella Convenzione di Washington; questi esemplari sono, infatti, ormai rarissimi e la specie si trova presente nella lista degli animali a forte rischio estinzione. La detenzione di questa specie di pesce non è totalmente vietata, ma per poterne tenere uno all’interno della propria abitazione (o simili) è necessario essere muniti delle apposite certificazioni CITES.

Il pesce drago, o arowana asiatico, nella tradizione asiatica è considerato beneagurante; infatti, si usa regalarne degli esemplari a parenti e amici come dei veri e propri portafortuna. Questi pesci sono oggi estremamente rari e il loro valore commerciale può arrivare anche a 300mila euro; il prezzo può dipendere sia dal colore che dalla dimensione della creatura acquatica.

Il sequestro obbligatorio

Rispetto a quanto accaduto nelle ore scorse a Pescara, i militari del Nucleo CITES si sono trovati costretti a sequestrare il pesce drago e a denunciare il proprietario poiché quest’ultimo si trovava sprovvisto delle certificazioni CITES obbligatorie; tali certificazioni, infatti, sono necessarie per dimostrare la provenienza legale dell’animale.

Non avendo il titolare del negozio fornito ai militari operanti la certificazione CITES obbligatoria per legge per la detenzione dell’animale, il pesce drago è stato sottoposto a sequestro. Dopo il sequestro, già convalidato dal pm della Procura di Avezzano (L’Aquila), l’animale è attualmente affidato, in custodia giudiziale, allo stesso indagato. Si tratta di una sistemazione provvisoria, poiché presto il pesce sarà trasferito presso un acquario autorizzato a detenere esemplari vivi tutelati dalla Convenzione di Washington-Cites. Dalle dichiarazioni del Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, secondo quanto riportato da La Zampa, si apprende: “L’indagato rischia ora l’arresto da sei mesi a due anni; e l’ammenda da 15 mila a 150 mila euro per la detenzione dell’esemplare“.

pesce testa di drago

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