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La campagna per i daini nel Delta del Po: rischiano di diventare cibo

L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali lancia una campagna contro la decisione di abbattere i daini della Pineta di Classe e del Lido di Volano nel Parco del Delta del Po. La protesta prevede una lettera di dissenso alle autorità coinvolte. La decisione, attualmente, sarebbe quella di deportare gli animali per farli diventare carne da macello.

L’Oipa ha lanciato una protesta contro l’avviso pubblicato, a fine agosto, dall’Ente Parco Delta del Po in merito ad una ricerca di mercato per l’affidamento in concessione delle attività di cattura e delocalizzazione di daini. Questi esemplari sarebbero presenti nel territorio del Parco nelle pinete di Classe e di Volano; l’avviso pubblico ha decorrenza indicativa dal 15 ottobre.

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L’intento sarebbe di individuare operatori economici interessati alla procedura di gara per attività di cattura all’interno dell’area protetta del Parco della Regione Emilia-Romagna. In sostanza, dunque, l’intento sarebbe quello di prelevare i daini per farli diventare carne da macello.

La protesta dell’Opia contro la cattura dei daini

Come spiega il Presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, il documento pubblicato dall’Ente Parco non lascia molto spazio all’immaginazione. “Dopo avere negato quanto già evidente nella delibera 140/2021 che, di fatto, condannava i daini della pineta di Classe e di Lido di Volano a zone di prelievo venatorio e ad allevamenti da carne, questo documento parla chiaro. I daini finiranno nel piatto dopo essere stati uccisi“. Come spiegano ancora dall’Oipa, la Regione Emilia Romagna avrebbe, da sempre, sostenuto che i daini sono in sovrannumero e causerebbero danni alle colture, oltre che rappresentare un pericolo per la sicurezza stradale. Tuttavia, secondo l’Organizzazione Internazionale, la Regione si sarebbe anche sempre contradetta ammettendo, ad esempio, che i danni alle colture sono prossimi allo zero. Inoltre, Oipa tiene a precisare che, nonostante le continue richieste di realizzazione di attraversamenti verdi per la fauna selvatica, la Regione Emilia-Romagna non si sarebbe mai mossa.

La Regione non ha mai neppure introdotto metodi ecologici a tutela di animali e automobilisti previsti dalla legge n. 157/1992“, precisa il Presidente dell’Oipa Massimo Comparotto. “Eppure di questi metodi ce n’è un’ampia gamma: cartelli segnaletici, dossi nei punti di attraversamento della fauna selvatica, recinzioni nei punti ad alta percorrenza, applicazioni gratuite per informare i guidatori sui tratti a maggiore presenza di fauna selvatica, installazione di sensori luminosi e dissuasori acustici sono apparecchiature che, già applicate in diverse province della stessa Emilia Romagna come Modena, Reggio Emilia, Rimini e Piacenza, hanno dato un esito positivo riducendo a zero gli incidenti con gli animali selvatici“.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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