La storia di Riù, l’ultimo gorilla rinchiuso in uno zoo italiano

Si chiama Riù ed è l’ultimo gorilla cresciuto in cattività in Italia e che oggi si trova rinchiuso in uno zoo del nostro Paese. Da quindici anni vive in completa solitudine. E per questo motivo, un’associazione animalista chiede di firmare una petizione affinché possa essere liberato.

Vive in solitudine da quindici anni Riù, l’ultimo gorilla cresciuto in cattività in Italia. La sua storia ha origini lontane, ormai, da quando nel 1975 venne strappato alla sua terra natale, l’Africa, per essere prima esibito in un circo e poi trasferito nello zoo. La struttura che lo ospita, lo Zoosafari di Fasano, garantisce che Riù non subisce alcuna forma di maltrattamento e che vive amato da tutti gli addetti ai lavori. Tuttavia, quello su cui si soffermano molti animalisti è la sofferenza psicologica che l’animale è costretto a sopportare ogni giorno. Vivere da solo, in una ‘teca’ di vetro non fa bene ad un animale sociale.

In Italia vive l'ultimo gorilla in cattività
Primo piano gorilla, della famiglia dei primati – VelvetPets

L’ultimo gorilla in cattività

Riù è l’unico gorilla ‘italiano’ ad essere rinchiuso in uno zoo dietro ad un recinto di vetro. La petizione lanciata dall’associazione Meta Parma chiede di liberare l’animale e concedergli quella libertà che non ha mai assaporato. Il gorilla si trova da trent’anni allo Zoosafari di Fasano, ma da quindici vive completamente solo. Nel 1975, assieme a un altro cucciolo di gorilla di nome Pedro, fu strappato alla sua famiglia e al suo habitat naturale in Kenya per essere venduto al Circo Medrano. Dal 1994 entrambi i gorilla hanno lasciato il circo, condannato per maltrattamenti sugli animali, è hanno raggiunto lo Zosafari di Fasano, in Puglia. Nel 2008, però, Pedrò è morto e da quel momento Riù si trova in completa solitudine.

La struttura pugliese descrive Riù con un vero ‘padrone’ dello zoo. Amato dai visitatori e curato in maniera attenta dai responsabili dello Zoosafari. Ma anche ammettendo tutte le attenzioni nei confronti del gorilla, tuttavia, è impossibile non constatare come per un animale sociale la vita in solitudine, senza un proprio simile con cui condividerla, sia motivo di sofferenza.

Riù gorilla dello Zoosafari di Fasano
Riù, il gorilla dello Zoosafari di Fasano @Crediti Zosafari Fasano/Facebook – VelvetPets

Libertà per Riù

Per questo Meta Parma chiede allo Zoosafari di Fasano di consegnare Riù ad un luogo più consono alla sua natura. Affinché possa vivere gli anni che gli restano della sua vita assaporando quella libertà che non ha mai conosciuto. Come riporta il sito GreenMe, gli animalisti scrivono nel testo della petizione: “Riù è un gorilla, non una star da tenere in vetrina, e reclamiamo il suo diritto di poter essere felice, almeno per gli ultimi anni della sua vita. Libertà per Riù!“. Da anni, difatti, molte associazioni e ambientalisti si battono affinché zoo e parchi acquatici riportino in libertà gli animali che si trovano in detenzione nelle loro strutture.

Creature che, essendo cresciute in cattività, non possono essere introdotte in natura, dove incontrerebbero la morte, quasi certa, a causa della mancanza di adattabilità nel procacciarsi il cibo e ripararsi dai pericoli. Ma al mondo, oggi, esistono molti santuari. Luoghi in cui gli animali, protetti e tutelati, possono vivere la vita nella forma più simile a quella che sarebbe stata in natura. Ed è un posto come questo che si auspica possa presto conoscere anche Riù.

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