Ecco cosa provoca il riscaldamento globale agli uccelli

Il riscaldamento globale provoca conseguenze importanti anche al cervello degli uccelli. Questo quanto sarebbe stato riscontrato in base ad una lunga serie di studi che hanno indagato proprio in merito a questa circostanza. 

È indubbio ammettere che il cervello sia, in assoluto, l’organo più importante per gli animali, ovviamente uomo compreso. E da esso, infatti, che derivano le capacità cognitive e anche l’efficenza di tutti gli altri organi. Dal cervello, dunque, dipende anche la capacità di riuscire a sopravvivere rispetto a quello che accade attorno a noi. A tal proposito, per esempio, un cervello più grosso è associato ad un’intelligenza più grande e alla capacità, per esempio, di imparare, di trovare soluzioni a problemi complessi e ovviamente di comunicare. Ma gli effetti del riscaldamento globale sembrano stare intaccando anche questo preziosissimo organo.

Riscaldamento globale e cervello degli uccelli
Uccello tra i rami di una pianta – VelvetPets

I “danni” del riscaldamento globale

In un articolo pubblicato su The Conversation, che raccoglie una lunga serie di studi sull’argomento, Miya Warrington della University of Manitoba e Michael Griesser della Universität Konstanz hanno spiegato come l’aumento delle temperature, sempre crescente, potrebbe avere un effetto negativo soprattutto sul cervello degli uccelli. Si parla di una conseguenza davvero importante, in quanto il riscaldamento globale, difatti, potrebbe rendere più piccolo il cervello degli uccelli. Rimpicciolire questo organo porterebbe dei gravi problemi. Tuttavia, un cervello grande ha bisogno di più energie, perché pensare e ancora di più crescere richiedono un dispendio di ‘forze’ importanti.

Per gli esseri umani e molti mammiferi, si declina la necessità di recuperare energie (sotto forma di cibo) ai genitori, che difatti sostengono il piccolo finché non riesce a procurarsele da solo. Gli uccelli, in genere, si affidano al tuorlo dell’uovo che contiene le energie necessarie al pulcino per svilupparsi e crescere. Alcuni uccelli, però, continuano a nutrire i pulcini anche dopo la nascita. Si tratta nello specifico di quei volatili che, da adulti, hanno un cervello più grande e più efficiente come i passeri, i corvi o i pappagalli. Il riscaldamento globale, però, sta riducendo la quantità di cibo a disposizione. Quindi, per esempio, gli uccelli che vivono nelle zone aride trovano sempre meno semi, perché il clima caldo e secco ha un impatto negativo sulla produzione vegetale.

Corvo
Corvo, tra gli uccelli con il cervello più grande e più intelligenti – VelvetPets

Ma il riscaldamento globale provoca effetti anche agli animali che vivono nelle zone fredde. Per quanto riguarda gli uccelli, in particolare, si tratta di specie abituate a conservare scorte per l’inverno. Tuttavia, se anche i mesi invernali non sono freddi come dovrebbero essere, il cibo messo da parte rischia di alterarsi e marcire. In sostanza, dunque, in ogni caso meno cibo significa meno energie da spendere per sé stessi e per i piccoli. Quindi a causa di questo le future generazioni di uccelli potrebbero avere un cervello più piccolo a causa delle energie ridotte che assimilano durante la crescita. Tuttavia, come sottolinea anche Focus, l’articolo pubblicato su The Conversation desidera chiudere con una nota di speranza. Ovvero, non è strano pensare che gli uccelli più intelligenti riescano a trovare presto nuove soluzioni alimentari per far fronte agli effetti del riscaldamento globale.

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