Cane da Montagna dei Pirenei o Great Pyrenees, il difensore di greggi e abitazioni

Il Cane da Montagna dei Pirenei o anche Great Pyrenees è una razza originaria della Francia. Nel corso di migliaia di anni si è evoluta e selezionata in forma autonoma in tutto il suo splendore. Nel tempo questo animaletto a quattro zampe si è guadagnato il titolo di difensore di greggi, di castelli e abitazioni. E’ un cane da guardia con forti istinti territoriali che lo portano a saper individuare e valutare possibili reali minacce reagendo, ma comunque non prima di averne segnalato rumorosamente il pericolo. Normalmente sono sufficienti le sue dimensioni ed il suo atteggiamento aggressivo per scoraggiare eventuali intrusi considerando la taglia grande, il pelo lungo e la struttura imponente e forte .

Cane da Montagna dei Pirenei o Great Pyrenees

 

Temperamento: è poco incline all’obbedienza e all’addestramento (che deve iniziare da cucciolo per evitare il rischio di ritrovarsi un pigro testardo). Questo splendido ed elegante animale  farà in ogni caso della fedeltà alla famiglia, del controllo della casa e dei bambini, il suo principale scopo di vita. E’ notevolmente sensibile e comprensivo verso le vostre emozioni e vi conforterà quando ne avrete bisogno e, a sua volta, vi chiederà affetto, gentilezza e il piacere della vostra compagnia.

Standard di Razza

Altezza: maschi da 70 a 82 cm; Femmine da 65 a 77 cm.

Peso: maschi da 52 a 59 kg; femmine da 41 a 50 kg, comunque, sempre proporzionati all’altezza.

Orecchie: poste al livello dell’occhio; piuttosto piccole, di forma triangolare e arrotondate in punta, pendono piatte contro la testa; quando il cane è attento sono portate un po’ più in alto.

Tartufo: interamente nero.

Testa e Muso: testa non troppo pesante se confrontata alla taglia. I lati sono piuttosto piatti; il muso è ampio, leggermente più corto del cranio e si restringe progressivamente verso l’estremità. Visto dall’alto ha la forma di una V dalla punta troncata.

Occhi: piuttosto piccoli a mandorla e leggermente obliqui, con espressione intelligente e contemplativa, di colore marrone, palpebre sempre aderenti e bordate di nero. Lo sguardo è dolce e sognante.

Denti: la dentatura deve essere completa, con denti sani e bianchi. La chiusura è a forbice (gli incisivi superiori ricoprono gli incisivi inferiori senza perdita di contatto). È permessa la chiusura a tenaglia, così come sono permessi i due picozzi inferiori sporgenti in avanti.

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Muscolatura: potente.

Pelo: molto fitto, aderente, abbastanza lungo e morbido, ispido sulle spalle e il dorso, più lungo sulla coda e attorno al collo dove può essere leggermente ondulato. Il pelo della “culotte”, più fine e lanoso è molto fitto, il sottopelo è molto folto.

Colori: bianco, bianco con macchie grigiastre (pelo color tasso o grigio lupo) e giallo pallido; sulla testa, orecchie ed alla radice della coda, arancio. Le macchie color tasso sono le più apprezzate.

Tronco: la lunghezza del corpo dalla punta della spalla, alla punta della natica è leggermente superiore all’altezza al garrese. La distanza dello sterno dal suolo è circa uguale alla metà dell’altezza al garrese, ma mai inferiore.

Arti: anteriori sono diritti e forti; posteriori perpendicolari al suolo, le frange sono più lunghe e fitte di quelle degli anteriori.

Coda: discende folta almeno fino alla punta del garretto e forma un pennacchio. Portata bassa a riposo, con la punta che forma preferibilmente un uncino. Si rialza sul dorso, quando il cane è attento, arrotondandosi in un cerchio stretto con solo l’estremità che tocca il rene formando la ruota (“arroundera”, secondo l’espressione dei montanari dei Pirenei).

Andatura: a dispetto della sua mole, il Cane di Montagna dei Pirenei ha un movimento possente e sciolto, non appare mai pesante; il movimento è più ampio che rapido elastico ed di eleganza. La sua struttura articolare gli permette un passo sostenuto.

Curiosità: il Great Pyrenees è citato da Gaston Phoebus già nel XIV secolo e molto apprezzato come cane da compagnia nel XVII secolo alla corte di Luigi XIV.

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