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Spiro, il cane vagabondo che è diventato un terapeuta

Sembra una storia come tante quella di Spiro, un Husky Siberiano, trovato a vagare lungo le strade di Tarragona, ma in realtà nasconde un insolito risvolto, che va ben oltre il semplice riscatto di un cane abbandonato. Spiro ha all’incirca sei anni quando un gruppo di volontari si accorge di lui e decide di cominciare ad accudirlo offrendogli un rifugio. Il giovane esemplare di Husky comincia ben presto a recuperare tono e forza, ma chi se ne prende cura nota che è afflitto da una tristezza particolare che sembra essere insanabile. Cibo, acqua ed un riparo non bastano, ma la sorte del cane è destinata a cambiare.

Spiro trova casa ed è qui che inizia la sua escalation di felicità ed il suo percorso come cane terapeuta. La nuova famiglia di Spiro infatti mostra subito dedizione ed attenzione per questo stupendo esemplare di lupo nordico, portandolo a fiere ed eventi di sensibilizzazione contro l’abbandono ed il maltrattamento di animali ed è durante una di queste occasioni che gli esperti del settore cominciano a notare il suo particolare carattere. L’animale sembra infatti avere una sensibilità speciale verso le persone ed un bisogno interiore di ricambiare le attenzioni con affetto e fedeltà. I padroni decidono dunque di far intraprendere a Spiro la carriera della pet therapy, scoprendo ben presto che l’animale è un candidato ideale ed un terapeuta formidabile.

Oltre a specializzarsi nelle “attività assistite da animali”(A.A.A.), e cioè interventi educativo-ricreativi che hanno lo scopo di favorire il benessere ed il miglioramento della qualità della vita delle persone, Spiro viene addestrato per le “terapie assistite da animali”(T.A.A.), un lavoro ben più complesso che richiede la collaborazione di un team esperto di figure professionali, tra cui anche psicologi, e che mira a migliorare le funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive dei pazienti.

A tutt’oggi il lupo del nord offre il suo sostegno a diversi centri con risultati sorprendenti. Gli esperti raccontano come la vicinanza dell’animale abbia modificato personalità con tratti e atteggiamenti complessi, riuscendo a mediare di fronte a situazioni di aggressività, comportamenti violenti o parole brusche.
Chi opera nell’ambiente spiega come la sensibilità spiccata di Spiro si sia sviluppata proprio in conseguenza della sofferenza vissuta nel periodo dell’abbandono e come questo gli abbia donato una particolare empatia con persone, che a loro volta, sono state appartate o rifiutate dalla società.

Foto by facebook

Redazione

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