Gatta sbranata dai pit bull, la proprietaria: “Voglio andare fino in fondo”

Erano circa le 18 del giorno di Pasqua e io, mia madre e mia sorella ci stavamo godendo un caffè in santa pace, quando ho sentito degli strani miagolii provenire dalla casa del vicino. In pochi secondi è scoppiato il caos e ho visto la mia Emma in mano a quell’uomo“. A parlare è Natasha Spiotta, la proprietaria della gattina uccisa a Roma nella zona di Corcolle, finita sulle pagine di molti giornali per essere stata letteralmente gettata in pasto ai loro pit bull dai vicini di casa rumeni. Un fatto gravissimo che ha scatenato però la solidarietà del web nei confronti di Natasha e della sua famiglia, sul sito www.firmiamo.it è infatti nata la petizione online “Giustizia per Emma” che chiede alle autorità di prendere provvedimenti seri contro i colpevoli della sua morte e che in poche ora ha già raccolto oltre 11mila firme.

Signora Spiotta, può spiegarci come sono andate esattamente le cose?
Me l’hanno ammazzata. Solo questo. Quando ho capito cosa stava accadendo ad Emma era già troppo tardi. Ho iniziato a urlare ma non è servito a nulla, il mio vicino l’ha letteralmente data in pasto ai suoi cani. Poi me l’ha ributtata in giardino, ma per lei non c’era nulla da fare. In più, invece di scusarsi, o almeno tentare, mi ha insultata e ha offeso anche la mia famiglia.

E lei cosa ha fatto dopo?
Ho chiamato la polizia e sono arrivate ben 2 volanti e 4 agenti. Ma nessuno ha fatto niente, hanno chiesto i documenti a me e ai vicini (e uno di loro, tra l’altro, nemmeno li aveva), ma è come se avessero banalizzato l’evento a una semplice lite tra condomini. Non era una lite, io non avevo fatto nulla a quelle persone né ai loro cani. Ma so per certo che i loro pit bull non sono buoni, anzi: qualche mese fa hanno aggredito un altro cane del quartiere e anche una persona. Coi gatti poi, non ne parliamo. Ma Emma lo sapeva, non si avvicinava mai a quel giardino, sono convinta che sia stata attirata.

In che modo?
Magari con la falsa promessa di cibo, non so. Emma non vedeva da un occhio e zoppicava. Se ne stava sempre tranquilla in terrazzo, perché non le piaceva stare al chiuso dentro casa. Ma non si muoveva praticamente mai.

Ma i cani ora sono stati portati via?
No. E dirò di più: nessuno è nemmeno venuto a controllarli. Sono giorni che giro tra commissariati, ma non si capisce chi dovrebbe occuparsi dei cani o, almeno, di dare un’occhiata. Io non ce l’ho con gli animali, intendiamoci, io ce l’ho con i proprietari. Da un lato, però, il clamore mediatico che ha suscitato il brutale omicidio della mia gattina mi ha messo in contatto con diverse associazioni che si sono dette disposte ad aiutarmi nella denuncia e anche con l’autopsia. Voglio andare fino in fondo a questa storia, non la possono passare liscia. Qualcuno deve fermarli prima che sotto le loro fauci ci finisca magari un bambino.

CANE MORTO GETTATO TRA I RIFIUTI A ROMA

C’è però anche chi l’accusa di essere razzista e di avere troppi gatti per casa…
Chi mi conosce sa perfettamente come sono: ho avuto anche un fidanzato rumeno, figuariamoci! E in casa ci sono spesso gatti, ma non sono tutti miei. Aiuto quelli malati che trovo per strada, li curo e poi trovo loro una sistemazione. In questi giorni, oltre alle offese che mi sono state fatte su Facebook dai responsabili della morta di Emma, c’è stato anche qualcuno che ha puntato il dito verso di me perché la micia era incinta. Ma lo era solo perché non poteva essere sterilizzata, per lei l’anestesia sarebbe potuta essere fatale. Le persone a volte parlano prima di sapere.

Però sul web non ha trovato solo insulti, giusto?
Assolutamente vero, anzi, sono stati davvero in tanti a dimostrarmi solidarietà. So che adesso c’è anche una petizione online per Emma. Sono commossa dall’affetto che ho ricevuto, anche perché purtroppo so già che questa sarà una storia lunga. Ma io ci ho messo la faccia, il mio nome e il mio cognome: non ho paura e, come ho detto prima, sono disposta ad andare fino in fondo.

Foto by Facebook

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