Che gli italiani fossero un popolo sempre più “pet-friendly” si era già capito dalle statistiche che confermavano la presenza di cani, gatti e altri piccoli animali domestici nelle case di oltre 60 milioni di connazionali (63 per essere precisi). Ora a conferma di ciò, arriva anche il IV rapporto Animali in Città stilato da Legambiente, dal quale emerge però anche un dato piuttosto allarmante: il costo per nutrire gli amici a 4 zampe è più che raddoppiato in soli 14 anni, tanto che in Italia si spendono circa 1,7 miliardi.
Grandi differenze, però, si evidenziano tra una città e l’altra e tra le aziende sanitarie delle diverse regioni: la spesa pubblica dichiarata dagli 85 Comuni presi a campione per l’indagine, assomma a 27.083.871,71 euro/anno nel 2013, con un costo medio di 1,74 euro/cittadino e picchi di spesa fino a 13,15 euro/cittadino a Matera o a 10,3 euro a Terni, opposti ai 10 centesimi spesi da Padova o ai 17 centesimi di Bolzano. Insomma, tracciando una media, i costi di “gestione animale” più alti spettano ai possessori di un cane: tra cibo, visite veterinarie e prodotti sanitari l’esborso va dai 300 ai 460 euro l’anno. La responsabilità è secondo l’associazione è dello Stato, ancora troppo poco interventista su diversi problemi che riguardano i pelosi di casa e che, poi, inevitabilmente, ricadono sulle tasche dei cittadini.
BISOGNI DEI CANI: I PROPRIETARI LI RACCOLGONO SOLO NEL POEMRIGGIO
“Con il IV rapporto nazionale Animali in Città – ha dichiararo la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni in un comunicato ufficiale – vorremmo dare un concretissimo contributo alla crescita della corretta gestione dei milioni di amici a quattro zampe e dell’effettivo rispetto del loro benessere“. Per questo, secondo la Muroni, è evidente che le politiche del settore in Italia devono saper passare da una fase pioneristica, dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive, ad una in cui tali esperienze diventino patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il resto del Paese. Anche perché, al di là delle cifre, l’obiettivo del report è quello di “trovare soluzioni”. Servono quindi precisi regolamenti comunali, spazi cittadini dedicati agli amici a quattro zampe, ma anche più controlli per applicare le sanzioni che di fatto esistono già, ma che non vengono applicate come dovrebbero.
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