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Qui la zampa

Ricordate il Caracal a Milano? Ecco come è andata a finire

Un paio di mesi fa il primo avvistamento del Caracal per il centro di Milano. Ma ora la vicenda della lince selvatica ha un aggiornamento

Lo portava a spasso tutti i giorni, lo accudiva e aveva anche comprato per lui un nuovo collarino colorato. Proprio come fosse un cagnolino. Eppure, non era un cagnolino. Bensì un Caracal, ovvero un esemplare di lince selvatica, anche piuttosto pericoloso. L’animale era stato acquistato nella Repubblica Ceca (per la “modica” cifra di 10mila euro), e la proprietaria, una donna bulgare di 36 anni, si era difesa più volte sostenendo che il suo cucciolo era bene educato e che nel suo Paese non era fuori legge. In Italia, però, non si può tenere un Caracal in casa. Ed è per questo che dopo circa 2 mesi dal primo avvistamento, il felide ora è stato allontanato dalla famiglia.

Il Caracal è stato portato via

Va detto, in realtà, che in Bulgaria, il paese di origine della signora, Anelia Kancheva, è possibile possedere un animale di questa specie. Ma, come vi abbiamo detto, da noi non è così. Ed è per questo che gli uomini del Nuceo Cites dei carabinieri forestali di Milano, guidati dal tenente colonnello Francesca Savigni, avevano avviato gli accertamenti. Giovedì scorso, dopo aver perquisito l’abitazione della donna, la lince è stata sequestrata.

Ha bisogno di cure

Il Caracal, che è ancora un cucciolo e si chiama Grum, per ora è stato affidato alle cure della clinica veterinaria che già lo seguiva, per un problema di salute legato alla crescita, non proprio nella norma. Ma non vivrà là. La Kancheva, su Facebook ha pubblicato un video in cui sostiene di aver trovato il Caracal molto sofferente, nella gabbia in cui è stato rinchiuso. A breve, però, l’animale verrà consegnato a uno dei pochi centri italiani autorizzati a tenere felini così pericolosi. Lasignora ha già annunciato di voler ricorrere alle vie legali e, nel frattempo, ha lanciato una petizione online per riaverlo in casa. Ma quale sarà il destino di questa povera creatura?

Photo Credits Facebook

Valeria Marucci

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