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Clamidia nei koala australiani: potrebbe portarli all’estinzione

Dopo i devastanti incendi del 2019 che hanno colpito l’Australia, un’altra minaccia sta attaccando i koala: la clamidia. Secondo gli esperti di fauna selvatica, questa malattia potrebbe rappresentare un rischio importante per la popolazione di marsupiali già compromessa dagli incendi che hanno distrutto habitat e ucciso molti esemplari; si teme l’estinzione di uno degli animali simbolo del paese. Il virus a trasmissione sessuale negli animali può causare, infatti, cecità e dolori nel tratto riproduttivo; conseguenze che, se non gestite, possono portare alla sterilità o persino alla morte.

Ma se la clamidia rappresenta già una minaccia importante per i koala, anche gli antibiotici usati per curare la malattia possono distruggere la delicata flora intestinale degli animali. Alcuni esemplari potrebbero, infatti, morire di fame anche dopo essere stati curati. Situazione drammatica che potrebbe portare alla scomparsa definitiva del marsupiale simbolo dell’Australia.

Come salvare i koala

Già a rischio estinzione, elencato come ‘vulnerabile‘ nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), secondo l’Australian Koala Foundation il numero dei koala sembra essere sceso 58.000 in tutto il paese. Gli incendi boschivi del 2019 hanno distrutto oltre 12 milioni di acri di terra nel solo Nuovo Galles del Sud, riducendo drasticamente l’habitat naturale dei marsupiali. Secondo il WWF gli incendi hanno ucciso o spostato quasi 3 miliardi di animali. La crisi climatica, che ha condotto anche all’aumento di siccità e a ondate di calore, ha reso i koala più vulnerabile alle malattie.

Si legge su AgenPress che, secondo la Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, quando i marsupiali sono esposti a condizioni ambientali stressanti, come “caldo, siccità, perdita e frammentazione dell’habitat“, la clamidia si diffonde più rapidamente. Un aiuto che potrebbe combattere il rischio estinzione dei koala australiani potrebbe arrivare dal vaccino; l’antidoto sviluppato dal ricercatore Peter Timms, professore di microbiologia presso l’Università della Sunshine Coast in Australia, potrebbe essere la soluzione più efficace. Il vaccino è attualmente in fase di test. Alcuni koala sono vaccinati quando arrivano negli ospedali veterinari con disturbi diversi dalla clamidia; mentre ad altri viene somministrato il vaccino per contribuire alla conservazione della specie. “Sappiamo che il vaccino può ridurre il tasso di infezione. Non lo riduce a zero. Non ci sono vaccini che lo fanno, ma riduce il carico di infezione“, ha affermato il professor Peter Timms.

LEGGI ANCHE: I cambiamenti climatici influenzano il comportamento degli animali

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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