Italia, stop al commercio e alla detenzione di specie esotiche: decreti

Pubblicate le nuove disposizioni d’attuazione del Regolamento Ue in merito al commercio e alla detenzione di specie esotiche. In Italia cambieranno molte cose. Nuovi decreti atti a tutelare gli animali, ma anche la salute pubblica. È noto, infatti, che alcune specie selvatiche potrebbero farsi portatrici di malattie anche per gli esseri umani.

Le nuove disposizioni d’attuazione del Regolamento Ue prevedono decreti in materia di commercio e detenzione di specie esotiche o selvatiche. Un importante passo avanti rispetto alla tutela di uccelli, mammiferi e diversi altri animali che, ogni anno, finiscono in gabbie lontane dal loro habitat naturale.

specie esotiche stop Italia

Difatti, l’Italia è, ad oggi, il quinto Paese a rendere operative importanti restrizioni in questo campo. Il Consiglio Europeo dei Ministri avrebbe impegnato la Commissione di Bruxelles ad emanare una normativa che sia comunitaria e, dunque, rispettata da tutti.

Leggi sulle specie esotiche

La nuova legge prevede una serie di sanzioni per chiunque violi i divieti di importazione, vendita e riproduzione di specie esotiche. Anche se manca una lista effettiva degli animali che rientrano nei divieti, si tratta di un importante passo avanti rispetto alla tutela degli animali, ma anche della salute pubblica. Troppo spesso, infatti, l’allarmismo che le specie aliene possano essere portatrici di malattie pericolose anche per le persone ha condotto a misure estreme di contenimento. Da quanto si apprende dalla pubblicazione in Gazzetta, diversi sono i punti su cui i decreti si sono soffermati. Innanzitutto, con la nuova legge si prevede che dei 5 milioni di specie esotiche, che ogni anno arrivano in Italia, almeno 1.200.000 potrebbero essere salvati. Inoltre, come riporta il sito GreenMe: “Il Decreto Legislativo n.135 prevede all’articolo 4 e 5, l’emanazione di due Decreti Ministeriali attuativi che porteranno alla salvezza di tanti altri animali (anche se nati o allevati in cattività) di specie diverse. Circa 3.000.000 l’anno, che non saranno più costretti all’ergastolo in teche, acquari, gabbie“.

leone gabbia

La Lista Positiva, che sarà stilata in base a diversi parametri quali: rischio sanitario, biodiversità e compatibilità con la detenzione in cattività, includerà solo poche specie (contrariamente a quanto attualmente previsto). La Lista Negativa (che dovrà essere pubblicata entro marzo 2023), invece, renderà note ufficialmente tutte le specie esotiche definitivamente vietate in Italia. Tuttavia, chi si trova già in ‘possesso‘ di una delle specie vietate potrà tenere l’animale fino alla fine della sua vita, ma non potrà farlo riprodurre. La presenza dovrà esser denunciata in Prefettura entro il 27 dicembre 2022; stessa data prevista per i negozi per la messa in regola di tutti gli animali.

Dai circhi al commercio su Internet

Per quanto riguarda i circhi e mostre faunistiche viaggianti, esiste già una Legge delega approvata dalla Camera dei Deputati. Tale legge ha previsto lo stop all’uso di ogni specie animale (non solo esotica o selvatica). A questo si andrà ad aggiungere, sempre dal 27 dicembre 2022, il divieto di far riprodurre animali già presenti in queste attività. Un’ulteriore novità è legata al fatto che la nuova legge si applica anche agli ibridi; ovvero agli animali i cui genitori sono di specie o sottospecie diverse. Quindi vietati incroci tra leoni e tigri, tra gatti domestici e gattopardi-serval o tra diverse sottospecie di tigri oggi ancora molto diffusi nei circhi.

dromedario circo

Anche se non si pronuncia condanna penale, in caso di violazione di ogni divieto, gli animali potranno essere confiscati e quindi salvati. Per chi commercerà specie esotiche protette illegalmente, previste sanzioni e arresto da due a otto mesi. Infine, i nuovi decreti prevedono anche la realizzazione di un’unica anagrafe nazionale di cani e gatti. Tutti gli altri animali dovranno essere identificati e registrati nella Banca Dati Nazionale. I nuovi decreti, come ulteriore misura a tutela prevederanno, in conclusione, certificazione veterinaria e identificazione obbligatorie anche per tutti gli animali che saranno venduti attraverso Internet.

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