Gli animalisti contro gli scienziati e gli esperimenti sui gufi

Gli animalisti di Peta lo hanno definito “Un incubo degno della storia di Frankenstein“. Così sarebbero state definite le sperimentazioni fatte sui gufi alla Johns Hopkins University.

Le associazioni animaliste avrebbero descritto come un incubo la sorte che spetta ai gufi nelle fasi di sperimentazione. Come riporta La Zampa, Peta avrebbe definito gli esperimenti fatti sui gufi come vere e proprie forme di maltrattamento.

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Da oltre dieci anni i rapaci vengono sottoposti a studi sui disturbi cognitivi dell’uomo. Ma secondo gli animalisti di Peta si tratterebbe di esperimenti atroci che infliggono agli animali sofferenze disumane.

La sofferenza inflitta ai gufi durante gli esperimenti

Nel mese di settembre Peta aveva portato avanti una campagna stampa e social per chiedere che i laboratori di sperimentazione sui gufi fossero chiusi. Difatti, come riporta sempre La Zampa, da Peta avrebbero rivelato che ai rapaci sono inflitte sofferenze atroci come l’intervento chirurgico per l’inserimento di apparecchiature in metallo all’interno del cranio dei gufi. Ricerche che, a quanto pare, sarebbero state compiute per studiare gli sviluppi cognitivi umani ma che, in realtà, si presentano come vere e proprie forme di maltrattamento nei confronti degli animali.

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I sensori, infatti, sarebbero inseriti negli occhi dei gufi e successivamente i rapaci sarebbero sottoposti a bombardamenti di suoni. 12 ore di trattamenti prima di lasciare i rapaci esausti e in fin di vita. La scoperta del fatto che i gufi fossero in grado di ruotare la testa senza morire ha portato alla conclusione che questi animali, a differenza di altri animali compreso l’uomo, siano dotati di vasi sanguigni che godono di una riserva alla base della testa. Questa sopperisce immediatamente all’interruzione del flusso quando il collo ruota. Ma gli esperimenti per arrivare a questa scoperta non erano condotti senza atti di crudeltà.

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Infatti, i ricercatori, come riferiscono da Peta, avevano introdotto nelle arterie dei gufi dei coloranti per capire la differenza con gli umani. E come se non bastasse, gli scienziati avevano aperto i crani dei rapaci e fatto analisi di ogni tipo. Conscia di questa situazione drammatica, Peta aveva chiesto che dopo gli esperimenti gli animali fossero, quantomeno, risparmiati. Come riporta La Zampa, in un primo momento il governo del Maryland aveva approvato questa richiesta, dalla quale però pare abbia fatto, oggi, dietrofront. A questo punto l’associazione animalista ha lanciato una petizione sui social nella quale chiede se la sperimentazione sia davvero finalizzata a migliorare la salute dell’uomo. In attese di risposte, Peta si riserva di approfondire il caso.

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