Come fa il pipistrello a “convivere” con i virus

Il pipistrello è un animale che sembra risultare particolarmente resistente all’attacco dei virus. Uno studio spiega in che modo e perché questo avviene. Una ‘sopportazione’ delle patologie virali che abbiamo sperimentato e che oggi potrebbe trovare una risposta.

Come anche l’epidemia da Coronavirus sembra averci dimostrato, il pipistrello risulta essere un animale particolarmente in grado di ‘convivere’ con i virus. Quasi immune alle patologie virali, questi mammiferi, pur facendosi ‘contenitori’ di malattie gravi e importanti, sembrano non ammalarsi e persino non accorgersi di quanto accada al loro organismo. Un recente studio, a tal proposito, prova a dare una risposta concreta al perché questo avvenga e sopratutto in che modo possa essere possibile.

Pipistrello e virus
Esemplare di pipistrello (immagine d’archivio a scopo illustrativo) – VelvetPets

Il nuovo metodo sulle cellule staminali

La resistenza alle patologie virali è leggendaria quando si parla di pipistrelli. Questo aspetto risulta chiaro agli esperti che studiano la biologia degli animali, ma oggi (in maniera più consistente) sembra essere apparso evidente anche agli occhi dei meno esperti. Dunque, capire come questo accada è una domanda che coinvolge tutti. Una prima risposta, in tal senso, arriva da uno studio pubblicato su Cell, nel quale si trova proposto un nuovo protocollo per la creazione, a partire da cellule di pipistrello adulto, di cellule staminali. Quest’ultime, dunque, possono essere usate come base per riuscire a studiare l’interazione che si sviluppa tra i diversi tessuti che sono infestati in massa.

Tale nuovo metodo di studio nasce da un’esigenza pratica per gli studiosi. In ogni ricerca scientifica in merito, infatti, come sottolinea anche un articolo su Focus, il problema consiste nella difficoltà di ottenere e quindi analizzare quantità sufficiente di campioni. A questo punto, piuttosto che continuare ad estrarre cellule da pipistrelli adulti, il primo autore dello studio, Thomas Zwaka, ha pensato di agire direttamente sulle cellule staminali. Esse, infatti, si caratterizzano per essere le cellule primitive e pluripotenti che, durante la fase della crescita, si differenziano nelle diverse tipologie di cellule adulte.

Pipistrello
Pipistrello sul tronco – VelvetPets

‘Vaccini’ naturali sul pipistrello?

Partendo da una base scientifica di un precedente metodo applicato dal 2006 sui mammiferi, il professor Zwaka è riuscito a far regredire alcune cellule adulte allo stadio staminale. Queste poi sono tornate ad essere sviluppate per poterne confermare l’identità. In questo modo l’autore dello studio ha intuito che le staminali ricavate da quelle adulte contenevano, non solo tracce di materiale genetico virale, ma anche virus attivi. Questi però non compromettono la salute del pipistrello. Ed è proprio questa caratteristica, secondo l’esperto, la strategia difensiva che permette agli animali di non ammalarsi. Si tratterebbe, in sostanza, del fatto che i virus attivi non attaccano il pipistrello e anzi la loro presenza funge come una sorta di vaccino e di protezione rispetto ad altri tipi di virus.

In questa fase, tuttavia, è bene chiarire che siamo difronte ad ipotesi da confermare. Ma è indubbio che il metodo per produrre cellule staminali di pipistrello possa essere efficace per ulteriori ricerche. Si tratta di un metodo molto nuovo e applicato, ancora, su pochi campioni. Ma il mondo scientifico sembra aver reagito in maniera positiva a questa scoperta, tanto che il nuovo metodo potrebbe essere adoperato fino a comprendere a pieno la vera relazione tra virus e pipistrelli. Permettendo così di scoprire perché questi animali non si ammalano di malattie (come ad esempio il Covid), cosa che è avvenuta invece per altri mammiferi , e magari trovare una cura per gli altri.

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