Gatto che si rifiuta di mangiare, quando preoccuparsi: 7 campanelli d’allarme da non sottovalutare

Un gatto che si rifiuta di mangiare può destare subito preoccupazione: ecco 7 campanelli d’allarme da non sottovalutare. 

Un padrone si accorge subito quando il suo gatto non mangia, magari notando che nella sua ciotola il cibo rimane intatto. La preoccupazione può sorgere dato che potrebbe essere la prima volta che fa una cosa del genere. Le cause di questo comportamento potrebbero essere diverse e vanno indagate per poter trovare dei rimedi. 

Gatto: perché si rifiuta di mangiare
Perché il gatto si rifiuta di mangiare? – velvetpets.it

Sia che si tratti di un cucciolo, sia che si tratti di un gatto più grande, bisogna sapere che questi sono animali abitudinari. Quindi, se all’improvviso dovessero cominciare a non mangiare, vorrà dire che c’è qualcosa sotto che andrà approfondito.

I 7 campanelli d’allarme da non sottovalutare quando un gatto si rifiuta di mangiare

Un gatto che si rifiuta di mangiare non necessariamente ha qualcosa di grave ma potrebbe esserci stato qualche cambiamento che lo ha destabilizzato a tal punto da spingerlo a non mangiare. Con attenzione si potrà capire cosa c’è che non va e rimediare in men che non si dica. 

Gatto che non mangia: quando preoccuparsi
Gatto che non mangia: i 7 campanelli d’allarme da non sottovalutare – velvetpets.it
  1. Cambio di abitudini: nel tipo di alimentazione, nel posto dove si trova la ciotola, nell’orario della pappa, e in qualsiasi cosa a cui è abituato. Meglio evitare dei cambiamenti repentini che potrebbero scombussolarlo, dandogli sempre del cibo fresco (e se ciò non fosse sempre possibile, predisporre qualcuno che se ne occupi, proprio per evitare dei cambiamenti di abitudini). 
  2. Preferenze sul cibo: osservare il gatto è la prima cosa da fare per prendersi cura dell’animale. Una volta compreso quale piatto preferisca, quale marchio o tipo, continuare con ciò che gli piace, senza cambiare. All’inizio, per capire cosa gli piace, abituarlo a poco a poco dando prima delle piccole quantità e poi, una volta avuto un riscontro, continuare a proporglielo anche in quantità maggiori. 
  3. Cambiamenti di umore: stress, ansia, disagi psicologici potrebbero indurre il gatto a rifiutarsi di mangiare. Piccoli “traumi” come cambio di casa, nuovo arrivo in famiglia (sia bambini che altri animali), sono tutte novità che potrebbero destabilizzarlo. Il consiglio è quello di far notare la propria presenza nonostante i cambiamenti e farlo sentire importante e amato. 
  4. Vaccinazioni: un gatto si rifiuta di mangiare subito dopo le vaccinazioni che portano inappetenza come effetto collaterale (il più delle volte). Dopo 3-4 giorni il disturbo dovrebbe scomparire da solo. 
  5. Caldo estivo: le alte temperature fanno perdere l’appetito al gatto (d’altronde è ciò che succede anche all’uomo). Il gatto potrebbe soffrire il caldo e quindi è importante fargli trovare sempre la ciotola d’acqua piena per idratarlo. 
  6. Disturbi allo stomaco e nausea: se il gatto ha un’ingestione (ad esempio per dei boli di pelo ingoiati), potrebbe avere nausea e, poiché non riuscirà a vomitare, evitare di mangiare per giorni. Purtroppo bisognerà aspettare che sia lui ad espellere i boli di pelo. Solo se il gatto si rifiuta di mangiare per diversi giorni, interpellare il veterinario che potrebbe consigliare rimedi omeopatici o farmaceutici per far passare la nausea al gatto. 
  7. Malattie ed infezioni: mal di denti o problemi legati all’igiene orale, Herpes felino o FIV hanno come sintomi l’inappetenza. Potrebbero però esserci anche infezioni, insufficienza renale, pancreatite, problemi gastro intestinali e cancro. In questi casi, recarsi dal veterinario e valutare anche gli altri sintomi così che il dottore possa prescrivere dei rimedi farmaceutici o operare anche in modo chirurgico. 

Se il gatto si rifiuta di mangiare, dunque, le cause potrebbero essere diverse, da quelle lievi a quelle più gravi. L’importante è valutare tutti i comportamenti sospetti del gatto, per quanto si prolungano nel tempo ed intervenire tempestivamente. 

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