I gatti capiscono il linguaggio dei segni. Parola di Kim Silva [VIDEO]

Si può insegnare il linguaggio dei segni ai gatti? Sì, si può. A dimostrarlo è Kim Silva, docente in pensione dell’American School for the Deaf (la scuola americana per non udenti), che, per agevolare la comunicazione con i propri mici, è riuscita a far imparare loro alcuni semplici comandi. E, per rendere la cosa pubblico, ha pubblicato un video esplicativo sulla piattaforma YouTube.

Ma cominciamo dal principio. Nel 2009, dopo aver perduto uno dei loro amati animali domestici, Kim e il marito John decidono di voler dare una casa a un nuovo amico e iniziano a cercare un gattino via Internet. Navigando sul sito www.petfinder.com vedono la foto di Bambi, un bellissimo micetto con un unico piccolo “problema”: la sordità. Per i coniugi Silva, dunque, scatta il colpo di fulmine. Anche perché Kim lo legge anche come un segno del destino: lei ha trascorso la sua vita a insegnare il linguaggio dei segni alle persone (fin dalla prima infanzia) e, considerato che esistono già diversi cani opportunamente addestrati alla comprensione, forse potrà sfruttare delle tecniche simili anche con i felini. Inizia così una fase di training con i gatti già presenti nella sua abitazione: Bear, un’esemplare anziano ormai scomparso, Bobcat, Thomasina e, alla fine, Bambi.

GATTI COME INSEGNAR LORO A USARE LA LETTIERA

Insegnando loro un termine alla volta i mici oggi hanno acquisito un vocabolario piuttosto ricco (tra le loro “parole” più comuni ci sono “vieni”, “siediti”, “dammi il cinque”, “dormi”, “cerchio”, “gioca” e “cibo”). Inoltre, dalla sua esperienza, Kim ha notato come questa pratica abbia reso gli esemplari più socievoli. “Prima – dice la Silva nel filmato –Bobcat interagiva solo con altri gatti, ma ignorava le persone. Mentre ora è diventato un gattone affettuoso ed estroverso“. Non contenta, la professoressa, è già pronta con una nuova sfida: aspettare che siano i gatti per primi a comunicare con lei attraverso i segnali. Infatti, al momento, gli animali rispondono a dei comandi della proprietaria. Ma non è da escludere che, in un prossimo futuro, saranno loro stessi a esprimere le loro necessità attraverso i gesti.

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