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Categories: News

Fa morire il cane di fame e di sete: maxi multa di 30.000 euro

Un uomo di 40 anni di Ostiglia ha lasciato morire il suo cane di fame e di sete: ora è stato condannato a pagare una maxi multa di 30mila euro

Ha lasciato il cane in un vecchio casolare abbandonato e recintato e, per giorni, non gli ha dato né da mangiare né da bere. È morto così Rambo, un bell’esemplare di boxer, che il suo crudele proprietario non voleva più. Ora però l’uomo, che come scrive la Gazzetta di Mantova si chiama Luca Pullara, ha 40 anni ed è residente a Ostiglia (in provincia di Mantova), è stato condannato a pagare il massimo della pena prevista dal codice penale: 30mila euro di multa.

Da come si legge sul quotidiano, i fatti risalgono al 5 aprile del 2012. Quel giorno i carabinieri raggiungono un rustico in via Canali 7 a Correggioli, dove era stata segnalata la presenza di un cane morto. Ad attenderli ci sono un agente della polizia locale e un veterinario dell’Asl. All’interno la macabra scoperta: l’animale in questione, infatti, è in avanzato stato di decomposizione. Per questo viene subito contattato il proprietario del caseggiato il quale telefona alla moglie affinché apra il cancello d’ingresso. La scena è allucinante.

Del povero Rambo è rimasto solo un mucchietto d’ossa e le analisi del veterinario confermano la brutalità del trattamento. Per settimane il cane non solo è rimasto rinchiuso in quel rudere pieno di pulci, ma è stato anche privato del tutto di cibo e di acqua. Fino alla morte per inedia. Immediata la denuncia per maltrattamenti e il rinvio a giudizio. Finalmente, quindi, la sentenza: Luca Pullara, di origine svizzera, è stato condannato a pagare 30mila euro di multa. Pena non sospesa. La sentenza è stata emessa dal giudice Ivano Brigantini.

A quanto pare, inoltre, Pullara era stato precedentemente condannato con un decreto penale a 45mila euro di multa, ma il 28 settembre del 2013 aveva presentato opposizione ed è quindi finito a dibattimento. Nel corso del processo sono stati sentiti diversi testimoni, tra cui un vicino di casa che per primo aveva segnalato il maltrattamento.

Photo Credits Facebook

Redazione

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