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Non credono ai loro occhi: ciò che trovano nel cassonetto li lascia senza parole

Gattino chiuso in un sacco dell’immondizia e gettato vivo tra i rifiuti viene salvato dai netturbini a Roma, nel quartiere Fleming.

Inizialmente non riuscivano a capire da dove provenisse l’insistente miagolio che sentivano, poi l’agghiacciante scoperta: tra i rifiuti, in un sacco chiuso della spazzatura in un cassonetto a piazza Jacini, nel quartiere Fleming, due operatori dell’AMA hanno trovato un minuscolo cucciolo di gatto di pochi giorni che qualcuno aveva condannato ad una morte atroce. Il gattino era rinchiuso in un sacchetto di plastica e, se non fossero intervenuti i due coraggiosi netturbini, di lì a poco sarebbe morto soffocato o schiacciato dal peso degli altri rifiuti.

L’operazione di salvataggio ha trovato la solidarietà anche di  Cristian Di Sante, attore noto per la sua partecipazione in film come Spaghetti Story e Tulpa di Federico Zampaglione, che ha pubblicato sul suo profilo Facebook il filmato del momento commovente in cui il tenerissimo gattino viene estratto dalla busta di plastica e portato in salvo. Il video è stato condiviso dall’attore  per denunciare l’orrore che molti animali sono costretti a subire, dando prova di grande sensibilità.

Il cucciolo è stato subito preso in cura e ora sta meglio. Si spera che riesca a sopravvivere alla situazione estrema a cui è stato sottoposto e alle condizioni igieniche di certo molto pericolose per un cucciolo così piccolo che ha ancora rafforzato il suo sistema immunitario. Purtroppo si tratta dell’ennesimo episodio di crudeltà perpetrato ai danni di poveri cuccioli indifesi. Ci si augura che l’autore del gesto sia identificato e che si assuma le responsabilità previste dalla nuova legge sul maltrattamento di animali, che annovera tali gesti tra i reati previsti dal diritto penale.

Ai sensi dell’Art. 544-ter: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

Redazione

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