Canile di Palermo, Chiara Notaristefano si difende: “Solo fango su di me”

Chiara Notaristefano, responsabile dell’associazione Aivac che deve garantire il trasferimento dei cani dalla sede di via Tiro a segno a Palermo dice: “Con me questi animali non soffrono, non sono una criminale”

Non si placano le polemiche per il canile municipale di via Tiro a Segno a Palermo. I cani presenti nella struttura, che verrà sottoposta a breve a un riammodernamento, non sono stati trasferiti a Ragusa e, a questo punto, non si sa se lo saranno. Ci sono infatti molte accuse nei confronti di Chiara Notaristefano, responsabile dell’associazione Aivac, che si occupa di questi animali e che dovrebbe garantirne il cambio di sede.

Nell’ambiente, è considerata dalla maggior parte delle associazioni animaliste “un’assassina di cani”. È vero. Ma noi di Velvet Pets abbiamo pensato fosse giusto darle modo di dire la sua e così abbiamo deciso di riportare l’intervista esclusiva rilasciata al sito www.e-ok.it: “Ci dicono che non siamo raccomandabili, che deportiamo questi poveri animali, che con noi soffrono – ha detto alla giornalista Marta Genova che l’ha incontrata all’interno del canile – Il 90% di chi mi ha denunciato non mi conosce, non ha mai parlato con me, non sa cosa faccio e come lo faccio. Il tutto è nato in seguito alla morte di un cane, avvenuta per cause non dipendenti dalla mia volontà. È stata una disgrazia, si è ferito e le cure che gli abbiamo prestato non sono bastate”.

La Notaristefano sostiene una tesi ben precisa: “Questo fatto brutto è stato strumentalizzato per delegittimarmi e non avendo più una credibilità non mi sono più potuta presentare alle amministrazioni per propormi e presentare il nostro scherma di gestione del randagio che entra in una struttura. Attualmente le associazioni si muovono chiedendo una diaria giornaliera, noi no, vogliamo solo un contributo iniziale (480 euro ad animale, ndr.) che ci dia la possibilità di gestire il cane in un tempo contenuto, per trovare nel tempo più rapido possibile un’adozione, seguendo criteri seri e ben precisi. Siamo un’associazione seria che tiene molto al benessere del cane, basti pensare che i nostri mangimi e gli antiparassitari sono di alta qualità”.

La donna, inoltre, risponde anche in merito alla questione della sua preferenza per i Pit Bull, controbattendo a chi l’accusa di crescerli per venderli sotto banco come cani da combattimento: “È una razza che adoro, ma non per i motivi che vengono detti – conclude – Non sono da combattimento a prescindere, ma lo diventano perché glielo fanno fare. Altrimenti sono docilissimi e si possono relazionare benissimo con i bambini”.

Ma querelle a parte, che fine faranno ora i cani? A rispondere al Giornale di Sicilia è Gabriele Marchese, dirigente del canile municipale del Comune di Palermo: “È arrivata questa mattina la comunicazione che la struttura dell’ex Mattatoio è idonea ad ospitare i cani che si trovano in via Tiro a Segno. Ho dato disposizione già agli addetti del canile di iniziare le operazioni di trasferimento”. Quindi, tutto bene quel che finisce bene… o no?

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