Bufera Carrefour, dipendenti in posa con animali morti: la risposta dell’azienda

Non si placa la polemica sui dipendenti del Carrefour di Tivoli, dove alcuni dipendenti hanno posato per foto “divertenti” con animali morti e le hanno pubblicate sui social

Ve lo diciamo subito: noi di Velvet abbiamo deciso di non mostrare le foto originali, non tanto per mantenere la privacy delle dipendenti, ma per rispettare la sensibilità di chi ci legge ogni giorno. Perché, al di là di quali siano le vostre abitudini alimentari, è la mancanza di rispetto che in questi giorni di Festa ha inorridito i social. Ovviamente, parliamo della polemica che si è scatenata su alcuni dipendenti del Carrefour di Tivoli, in provincia di Roma, che hanno realizzato alcuni scatti con gli animali della macelleria e hanno poi deciso di postarli su Facebook. In poche ore quelle foto hanno fatto il giro del web, raccogliendo indignazione ovunque.

Senza rispetto

Da quando sono state pubblicate le immagini (che ritraggono due donne con in braccio un maialino e un agnellino a cui addirittura è stato infilato in bocca un ciuccio), sono state tantissime le reazioni di protesta degli utenti, ma anche delle associazioni animaliste: da Enpa (Ente nazionale protezioni animali) di Roma a Progresso Etico Vegano. Ma non si tratta solo di proteste provenienti da chi non mangia carne, perché quelle foto così irrispettose, hanno dato fastidio a prescindere: “Succede che in un supermercato di Tivoli qualcuno pensa di essere simpatico e ironico beffeggiando ed umiliando la vita negata” si legge sul Facebook di Enpa Roma. Su Change.org, invece, è nata una petizione online che ha già raccolto oltre 25mila firme.

La risposta di Carrefour

Poche ore fa, inoltre, come auspicato è arrivata anche la reazione dell’azienda di supermercati: “Carrefour Italia comunica di aver immediatamente avviato un’indagine interna – si legge nella nota ufficiale – per chiarire quanto accaduto e poter prendere quindi i dovuti provvedimenti verso i responsabili. Carrefour Italia prende le distanze e condanna fermamente atti di tale gravità”. In attesa delle indagini, dunque, se anche volete firmare la petizione, cliccate qui.

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