Fuko, l’elefante triste: una storia che commuove il mondo intero

Fuko, è una femmina di elefante ed è conosciuta per la sua espressione triste, tra le sbarre di uno zoo in Giappone. La storia dell’elefantessa commuove il mondo intero: sola e con gli occhi sempre ombrati e le orecchie basse. Ma c’è chi si sta muovendo per aiutarla ed ha lanciato una petizione, affinché le venga concessa la libertà e la felicità. Fuko, un esemplare di 39 anni, è isolata nello zoo giapponese di Nagano Chasuyama da 10 anni e la notizia ancora più sconvolgente è che esistono oltre 100 esemplari in queste condizioni. L’Elephants in Japan è decisa a fare un gesto concreto per salvare questi pachidermi.

Fuko nei precedenti 25 anni aveva avuto la compagnia di Dumbo, ma dopo la separazione dal compagno, l’elefantessa è rimasta completamente sola, dietro quelle terribili sbarre verdi. Agli elefanti piace stare in gruppo, giocare, girovagare in lunghe carovane. Gli scienziati spiegano che i pachidermi sono animali sociali, di conseguenza la solitudine li rattrista. Per Fuko, le conseguenze potrebbero essere tragiche, pare che la sua condizione possa a breve condurla alla pazzia e alla morte. L’unica salvezza è portarla via da quella gabbia il prima possibile. La speranza è di non farla morire sola, come Hanako, morto dopo 69 anni di solitaria prigionia all’Inokashira Park Zoo e in nome del quale nacque Elephants in Japan, l’organizzazione voluta da Ulara Nakagawa. La stessa organizzazione che ora si sta battendo per la libertà di Fuko e ha lanciato la petizione per salvarla. Ulara ha dichiarato: “Se c’è qualcosa che ho imparato dall’esperienza di Hanako, è che una persona può fare la differenza. Non è un cliché. Mentre era troppo tardi per salvare Hanako, non è troppo tardi per gli innumerevoli altri elefanti che hanno bisogno del nostro aiuto”. I pachidermi nelle condizioni come Fuko sono costretti ad un movimento costretto dalla noia, dalla frustrazione e dalla solitudine: anche Fuko fa su e giù ininterrottamente durante il giorno, dondolandosi e toccando i quattro punti cardinali della gabbia con le zampe e poi con la proboscide. Speriamo che presto le sia donata la libertà, e se il passato non le potrà essere restituito, si punti almeno a renderle più sereno il futuro.

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