Un cane randagio invade il campo di calcio: panico tra i giocatori, ma poi il finale commovente

È successo durante una partita del campionato peruviano, un cane randagio invade il campo di calcio mentre si sta giocando una partita. Il fatto risale alla Vigilia di Natale e il quattro zampe ha attirato tutti con la sua bizzarra presenza. L’animale, non è ben chiaro come, era riuscito ad entrare nel campo di gioco dello stadio Hernando Siles dove si stava disputando la sfida tra la squadra dei The Strongest e quella degli Nacional. Il cane è arrivato in campo con uno scarpino dei calciatori in bocca ed ha suscitato qualche momento di ilarità, oltre che di panico; soprattutto per i giocatori che si sono trovati perplessi in base alla modalità con le quali procedere in campo.

L’incidente dopo la partita

Il randagio entrato in campo ha iniziato a correre e scodinzolare per tutto il perimetro dell’area di gioco; tuttavia dopo aver costretto l’arbitro a sospendere la partita per qualche minuto, uno dei giocatori ha preso in braccio il cane e lo ha riportato a bordo campo. A quel punto il cane è stato riportato in strada dalle guardie di sicurezza dello stadio, dove l’animale è tornato (forse suo malgrado) alla vita di tutti i giorni. Ma purtroppo nel giro di poche ore si è diffusa una brutta notizia, il randagio si era trovato vittima di un incidente. Ferito, ma fortunatamente vivo. Dopo il triste avvenimento a commuovere tutti è stata la reazione del calciatore peruviano Raùl Castro.

Una nuova opportunità di vita per il randagio

Il giocatore della squadra peruviana, dopo aver appreso che il cane conosciuto il giorno prima era in gravi condizioni di salute, ha commosso tutti con la sua decisione. Raùl Castro ha infatti fatto sapere: “Lo adotterò io“, confessando di volersi prendere cura del randagio. Così ha dichiarato il calciatore alla stampa locale, aggiungendo: “Non ho social network e l’ho scoperto dai miei colleghi, che me lo hanno detto. Ho contattato il rifugio dove è stato portato e ho detto loro che lo adotterò. Ora ho inviato loro un aiuto per prendersene cura. Lo adotterò quando tornerò a La Paz perché ora devo andare a Santa Cruz per un’altra partita. Si chiamerà Cachito, il nome che gli hanno dato le persone. Manterrà quel nome“.

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