Raccolta firme contro la sperimentazione sui Beagle: le Università ne hanno bisogno

Le firme raccolte per bloccare la sperimentazione di farmaci sui cani di razza Beagle superano già un milione; l’iniziativa è scaturita dopo la diffusione della notizia partita dalla Spagna. Proprio nel paese iberico, infatti, sarebbe programmato, da parte di un’azienda farmaceutica, un esperimento su 38 cuccioli di Beagle; sulla piattaforma Change.org è immediatamente partita la raccolta firme per richiedere l’annullamento dell’esperimento.

La raccolta firme avrebbe raggiunto, attualmente quota, 1,2 milioni; la campagna, organizzata su Change.org, punta a fermare la sperimentazione, impedendo che i cuccioli siano sacrificati, come previsto per 32 di loro. Anche il Ministro dei Diritti Sociali, Ione Belarra, ha appoggiato la campagna; sul suo profilo Twitter, infatti, qualche giorno fa è apparso un messaggio chiaro: “Questo sacrificio non è necessario ed è crudele ed è per questo che chiediamo che la vita di questi animali sia protetta – prosegue il Ministro-Ci mettiamo a disposizione della Generalitat per rispondere a questo caso che ha scosso la nostra società e continuiamo a lavorare per garantire i diritti degli animali”.

L’esperimento sui Beagle

L’azienda farmaceutica in questione è intenzionata a sviluppare un farmaco che combatta la fibrosi epatica; l’esperimento è finanziato da fondi nazionali, ed è ospite del Parco Scientifico di Barcellona, un centro di ricerca dell’Università di Barcellona. La fase di sperimentazione sugli animali, per esigenze tecniche, si svolgerà presso i laboratori dell’azienda Vivotecnia, che si trova vicino Madrid. Come ha sottolineato la stampa iberica, questa stessa azienda, diversi mesi fa era stata al centro di polemiche in merito a presunti maltrattamenti ai danni degli animali. Scrive La Zampa che, per quanto successo, è stata aperta anche un’inchiesta giudiziaria.

Tuttavia, nel caso dei cuccioli di Beagle, sarebbe stata l’Università di Barcellona a spiegare, in una nota, che dei 38 cuccioli, 6 non saranno sacrificati ma dati in adozione dopo le sperimentazioni; purtroppo come riporta ancora La Zampa: “Per gli altri, invece, il sacrificio sarà necessario, in quanto risulterà imprescindibile esaminare i loro tessuti dopo la morte“. Si apprende che, attualmente, non esiste un metodo alternativo per mettere in pratica questo tipo di ricerca che non preveda il sacrificio dei cani Beagle. Giustificazione che però non ha convinto Cristina Espinach, la quale ha dato vita alla raccolta firme; “Saremo soddisfatti solo quando i cani saranno liberati” afferma la portavoce di oltre un milione di persone.

cane Beagle

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