
Brambilla nel mirino: l'associazione animalista tra trasparenza e sospetti di abuso finanziario
L’attenzione mediatica si riaccende attorno all’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, figura di spicco nel panorama animalista italiano e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (LEIDAA). L’inchiesta condotta da Giulia Innocenzi per il programma di approfondimento “Report”, andata in onda il 2 febbraio, ha sollevato nuovamente interrogativi sulla gestione dei fondi dell’associazione da lei fondata, rivelando un utilizzo dei fondi che sembra discostarsi dalla missione originaria della ONLUS.
Brambilla, già richiamata alla Camera dei deputati per non aver presentato la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2023, è ora accusata di aver utilizzato i fondi della LEIDAA per spese personali e attività politiche, trasformando di fatto l’associazione in un “bancomat” per i suoi affari privati. Il programma di Report ha messo in luce una serie di spese contestate, che vanno ben oltre le normali operazioni necessarie per il funzionamento di una ONLUS dedita alla protezione degli animali.
Spese contestate e utilizzo dei fondi
Tra le spese contestate figurano:
- Soggiorni in hotel lussuosi.
- Cene con costi esorbitanti, con alcuni scontrini che mostrano spese per ristoranti che superano i mille euro.
- Noleggio di auto di rappresentanza.
- Acquisto di bevande alcoliche pregiate, con fatture che evidenziano importi stratosferici, come 1.263 euro per una singola spesa.
- Noleggio di una piattaforma aerea, apparentemente utilizzata per la manutenzione del giardino della residenza privata della Brambilla a Calolziocorte, con una spesa di 488 euro.
L’inchiesta ha anche rivelato che la LEIDAA sarebbe stata impiegata per coprire le spese legate a eventi politici organizzati dalla stessa Brambilla, in particolare per il Movimento Animalista, da lei fondato. Questo include costi per l’affitto di spazi, servizi di allestimento e trasporto per i sostenitori durante manifestazioni in diverse città italiane.
Conflitto di interessi e trasparenza
La questione del conflitto di interessi si fa sempre più pressante, dato che Brambilla non solo ricopre il ruolo di deputata, ma è anche presidente della LEIDAA e conduttrice di un programma televisivo. Report ha rivelato che l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) ha finanziato la trasmissione “Dalla parte degli animali”, condotta dalla Brambilla su Rete 4, con oltre 200mila euro a stagione, per promuovere i cani di razza. Questa situazione crea una contraddizione evidente, considerando che Brambilla ha sempre sostenuto l’adozione di cani dai canili.
La reazione dell’onorevole Brambilla alle accuse non si è fatta attendere. In merito alle spese contestate, ha dichiarato che la gestione finanziaria della LEIDAA è sotto il controllo di un consiglio direttivo e che ogni spesa è stata effettuata secondo le norme vigenti. Tuttavia, la questione rimane aperta e suscita una serie di domande che vanno oltre il semplice controllo delle spese.
Necessità di maggiore trasparenza
È necessaria una riflessione più ampia su come le associazioni animaliste gestiscono i fondi e su quali siano le misure di trasparenza adottate per garantire che non ci siano abusi. La legge richiede che le ONLUS operino con la massima integrità e che i fondi siano utilizzati esclusivamente per scopi benefici, e non per scopi personali o politici.
In un contesto in cui il mondo animalista è sempre più sotto i riflettori, la responsabilità dei leader di queste associazioni diventa cruciale. È fondamentale che chi si propone come difensore dei diritti degli animali agisca in modo coerente con i valori che promuove. La fiducia del pubblico è un elemento chiave per il successo delle organizzazioni non profit, e qualsiasi ombra di dubbio sulla loro gestione può compromettere non solo la reputazione di una persona, ma anche l’intero movimento per la difesa degli animali.
La trasparenza e la responsabilità devono diventare i pilastri su cui si fondano le associazioni che operano nel settore della protezione animale. Solo in questo modo sarà possibile garantire che i fondi destinati al benessere degli animali vengano utilizzati correttamente e che le figure di spicco del settore non si allontanino dalla loro missione principale.