Il melanoceto, comunemente noto come “diavolo nero”, è uno dei pesci più enigmatici e affascinanti degli abissi marini. Questo pesce abissale, appartenente alla famiglia dei Lophiiformes, si distingue per la sua inquietante apparenza e per le sue abitudini di vita che lo portano a dimorare a profondità comprese tra i 200 e i 2.000 metri, dove la luce solare non riesce a penetrare. Recentemente, un esemplare di melanoceto è stato avvistato in superficie, vicino alle coste di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie. Questo evento ha sorpreso e suscitato l’interesse della comunità scientifica, poiché il comportamento di questo pesce è di norma limitato alle profondità marine.
L’avvistamento è stato documentato dal fotografo naturalista David Jara Boguñá, in collaborazione con l’organizzazione Condrik Tenerife, specializzata nella ricerca sui pesci cartilaginei. Le immagini condivise mostrano un melanoceto adulto vivo, un fenomeno raro, poiché generalmente questi pesci vengono osservati solo tramite veicoli sottomarini o rinvenuti morti, spesso intrappolati nelle reti da pesca o spiaggiati. La registrazione video di un melanoceto vivo in pieno giorno e in superficie rappresenta un’importante scoperta per gli studiosi di biologia marina.
Il melanoceto è un pesce che presenta tratti distintivi e strategie di sopravvivenza straordinarie. La sua caratteristica principale è un’escrescenza luminosa chiamata illicio, situata sulla testa, che funge da esca per attrarre le prede. Questo organo bioluminescente sfrutta la curiosità dei pesci più piccoli, che si avvicinano ignari, solo per essere inghiottiti in un attimo. La bioluminescenza è una strategia evolutiva comune tra molte specie abissali, permettendo loro di sopravvivere in un ambiente in cui la luce solare è un ricordo lontano.
Le femmine di melanoceto possono raggiungere una lunghezza di circa 20 centimetri e sono dotate di una bocca enorme con denti affilati, perfetti per catturare le prede. I maschi, in confronto, sono significativamente più piccoli e, in molte specie di pesci abissali, il loro comportamento varia notevolmente. In alcune specie, i maschi si comportano da parassiti sessuali, fondendosi con la femmina; nel caso del melanoceto, tuttavia, i maschi si staccano dopo l’accoppiamento per cercare altre compagne.
Nonostante il loro aspetto minaccioso, i melanoceti non rappresentano alcun pericolo per l’uomo. Il loro nome scientifico, Melanocetus johnsonii, è un omaggio al naturalista James Yates Johnson, che per primo lo descrisse nel 1863 nelle acque di Madeira.
È importante notare che, nonostante la rarità degli avvistamenti, il melanoceto non è considerato una specie in pericolo. Grazie alla sua ampia distribuzione geografica, che abbraccia oceani temperati, tropicali e subtropicali, questi pesci godono di uno stato di conservazione relativamente stabile. In passato, esemplari di melanoceto sono stati avvistati anche nelle acque dell’Antartide, dimostrando la loro notevole capacità di adattamento a diversi ambienti marini.
La domanda che rimane da porsi è: cosa ci faceva un esemplare di melanoceto in superficie, lontano dal suo habitat naturale? Gli esperti hanno avanzato diverse ipotesi per spiegare questo comportamento insolito:
Questo avvistamento rappresenta un’importante opportunità di studio per gli scienziati e i biologi marini. Comprendere le abitudini e i comportamenti di specie come il melanoceto è fondamentale per la conservazione degli ecosistemi marini e per la protezione delle creature che abitano le profondità oceaniche. Ogni avvistamento in superficie di un pesce abissale come il melanoceto offre uno spunto per approfondire la nostra conoscenza delle dinamiche oceaniche e delle specie che vi abitano.
L’evento ha suscitato un rinnovato interesse per la biologia marina e le meraviglie degli abissi, che continuano a riservare sorprese e misteri. La scoperta di un melanoceto a Tenerife non solo ha colpito la comunità scientifica, ma ha anche richiamato l’attenzione sul fragile equilibrio degli ecosistemi marini e sull’importanza della salvaguardia degli habitat oceanici.
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