
Scoperta rivoluzionaria: gli scienziati tracciano i cuccioli di orso polare nelle tane con le madri
In un’innovativa ricerca condotta dall’Università di Toronto, gli scienziati hanno tracciato per la prima volta la fase cruciale della vita degli orsi polari: la tana materna. Questo periodo è fondamentale, poiché le femmine partoriscono e accudiscono i loro cuccioli, un momento essenziale per la loro crescita e sviluppo. Lo studio, che ha impiegato metodi di tracciamento all’avanguardia, offre nuove prospettive sulla vita di questi animali iconici, sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici.
La gravidanza e la prima infanzia degli orsi polari
Come evidenziato da Polar Bear International, il periodo di accoppiamento degli orsi polari si svolge tra aprile e giugno, quando i maschi cercano le femmine seguendo le impronte lasciate sulla neve. L’accoppiamento avviene sul ghiaccio marino; tuttavia, gli ovuli non si impiantano fino all’autunno, un processo che dipende dalla condizione fisica della madre. Solo se la femmina ha accumulato abbastanza grasso per sostenere se stessa e i suoi cuccioli durante il lungo letargo, può avvenire la fecondazione.
Dopo aver trascorso l’estate e l’autunno a nutrirsi, le femmine gravide si preparano a ritirarsi nelle tane di maternità. Queste tane, costruite scavando nella neve, offrono un rifugio sicuro per la madre e i suoi piccoli. La madre partorisce da uno a tre cuccioli, generalmente nel mese di dicembre, e rimane con loro nella tana fino alla primavera. Durante questo periodo, la madre non mangia né beve, perdendo fino al 50% del proprio peso corporeo, ma dedicando tutto il suo tempo all’allattamento e alla cura dei piccoli.
Questa fase di vita è cruciale, poiché la tana protegge i cuccioli dal clima gelido e l’allattamento consente loro di crescere rapidamente. Al termine di questo periodo, la madre inizia a tornare a caccia, mentre i cuccioli iniziano ad acclimatarsi al mondo esterno.
La necessità di comprendere i comportamenti delle madri
Sebbene sia noto che il tempo trascorso dalle madri nelle tane influisca sulla sopravvivenza dei cuccioli, rimangono molte incertezze riguardo ai motivi per cui le madri restano così a lungo e cosa fanno esattamente durante questo periodo. Tradizionalmente, i ricercatori hanno studiato le tane con binocoli e telecamere remote, ma questi metodi avevano limiti significativi. L’uso di collari satellitari, sebbene utile per monitorare i movimenti a lungo termine, non forniva dati sufficienti per osservare comportamenti più sottili o brevi viaggi fuori dalla tana.
Un nuovo sistema di tracciamento
Nel loro studio, i ricercatori hanno impiegato sei anni per monitorare 13 esemplari della sottopopolazione di orsi polari del Mare di Barents, installando telecamere all’esterno di nove tane nelle isole Svalbard, in Norvegia. Questo approccio ha permesso di collegare i dati dei collari satellitari alle riprese video, creando modelli statistici che possono prevedere con precisione i comportamenti degli orsi.
I risultati hanno mostrato che gli orsi tendono a uscire dalle tane principalmente durante il giorno e che le uscite durano in media circa 27 minuti. È emerso inoltre che circa la metà delle volte le madri portavano i cuccioli con sé, restando di solito entro 40 metri dalla tana. Un altro dato interessante è che gli orsi erano più propensi a essere avvistati fuori dalla tana con temperature più elevate e con l’aumentare dei giorni trascorsi dalla prima uscita.
I risultati e le implicazioni per la conservazione
Le osservazioni hanno suggerito che il tempo trascorso dai cuccioli all’esterno della tana è fondamentale per la loro acclimatazione e sopravvivenza. Questo conferma precedenti ricerche che hanno evidenziato l’importanza di questa fase di vita per il futuro degli orsi polari. Gli scienziati sottolineano che comprendere i comportamenti delle madri e dei cuccioli è vitale non solo per la conservazione degli orsi polari, ma anche per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici nell’Artico.
L’Artico sta subendo profondi cambiamenti, con un riscaldamento che avviene a un ritmo due o quattro volte superiore rispetto ad altre regioni del mondo. Gli scienziati avvertono che il declino delle popolazioni di orsi polari è direttamente correlato alla riduzione del ghiaccio marino, un fenomeno che ha gravi conseguenze per l’intero ecosistema artico.
L’importanza di monitorare gli orsi polari
La ricerca condotta dall’Università di Toronto rappresenta un passo significativo nel monitoraggio degli orsi polari. La capacità di tracciare il comportamento delle madri e dei cuccioli durante la fase di crescita è cruciale per sviluppare strategie di conservazione più efficaci. Gli scienziati si impegnano a continuare questo lavoro, raccogliendo dati che possano aiutare a comprendere meglio le esigenze di questi animali e a proteggere il loro habitat.
“Abbiamo bisogno di cuccioli sani per sostenere le popolazioni”, afferma Louise C. Archer, prima autrice dello studio. La ricerca non solo contribuisce a migliorare la nostra comprensione degli orsi polari, ma offre anche preziose informazioni su come le loro popolazioni potrebbero rispondere ai cambiamenti ambientali futuri.
Il lavoro è stato pubblicato su The Journal of Wildlife Society, segnando un importante progresso nella ricerca dedicata alla conservazione degli orsi polari e alla salvaguardia del delicato ecosistema artico.